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La via della seta frega già l'Italia

Il premier Conte con il presidente cinese Xi Jinping

La Cina ha aggirato i dazi europei e ha spostato la produzione...

Filippo Caleri
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L'acciaio cinese non può entrare in Europa senza pagare dazio: costa troppo poco e mette in crisi i produttori europei. Poco male. Pechino ha trovato la soluzione: ha costruito attraverso un gruppo privato, comunque sovvenzionato dal governo, la Tsingshan holding group, un impianto in Indonesia, vicino a una miniera dalla quale ottenere a costi concorrenziali il materiale necessario alla produzione di acciaio inox. Da esportare in Occidente. Semplice. Ma il prezzo da pagare è alto soprattutto in Italia, dove la diretta concorrente la Ast di Terni, inizia a registrare le prime perdite di fatturato, con possibili ricadute sui livelli occupazionali.  Il primo schiaffo, insomma, che arriva dai cinesi in un clima commerciale rasserenato dalla firma del memorandum sulla Via della Seta. E frutto di una operazione non proprio limpida. Sì perché la Cina starebbe usando il cavallo di Troia per bypassare i dazi che l'Unione ha messo da tempo sui suoi acciai. I manufatti made in Indonesia, col cuore cinese, arrivano in Europa senza dazio alcuno, visto che Giacarta negli anni scorsi non produceva nemmeno un bullone in acciaio. Con una conseguenza economica non felice per le aziende italiane ed europee, l'acciaio inox indonesiano costa il 30% in meno rispetto a un prodotto Ue simile. Uno sconto formidabile che, chi compra, non si... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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