lo scontro con l'ue
Allarme sulla manovra, Draghi chiede di abbassare i toni
Abbassare i toni, smetterla di parlare di uscita dall'euro - raccomandazione peraltro seguita negli ultimi tempi dal governo giallo-verde - e aspettare i fatti: a queste condizioni si può essere ottimisti su una soluzione sulla manovra italiana nella 'contesa' tra Roma e Bruxelles. Il monito e insieme l'ancora lanciati all'Italia dal presidente della Bce, Mario Draghi, da Bali nell'ambito del meeting annuale del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, arriva proprio a ridosso della scadenza della presentazione della legge di bilancio legastellata all'Ue. La tensione negli ultimi tempi è stata massima, dopo l'annuncio dell'esecutivo di voler portare il rapporto deficit/Pil al 2,4% per cercare di avviare le promesse del programma del 'governo del cambiamento'. Tra i due vicepremier e le più alte cariche Ue sono volati gli stracci, la 'troika' Fmi-Bce-Unione europea ha invitato con parole e accenti inequivocabili a non alzare l'indebitamento, e il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, si è spinto a dire che "L'Italia non rispetta la parola data". In questo quadro si inserisce l'appello del numero uno dell'Eurotower a "non drammatizzare". "Bisogna stare tranquilli, abbassare i toni e avere fiducia in un compromesso", ha rimarcato, e questo vale per tutti. Certo, "l'espansione della spesa in un Paese ad alto debito diventa molto più complicata se si inizia a mettere in discussione l'euro", ha redarguito, "queste dichiarazioni hanno creato danni reali e ci sono evidenze che lo spread è aumentato in connessione con queste affermazioni. Il risultato è che famiglie e imprese pagano tassi di interesse più elevati sui prestiti". I rendimenti dei titoli italiani sono aumentati bruscamente dopo che membri dell'esecutivo hanno ventilato la possibilità di uscita dalla moneta unica, e non a caso ci si è affrettati a fare un passo indietro. Lo stesso vale rispetto alle ipotesi iniziali di allargamento del rapporto deficit/Pil anche per il 2020 e il 2021. "La prima cosa da fare è calmare i toni. E poi la seconda è che dobbiamo aspettare i fatti", ha detto Draghi riferendosi alla necessità di esaminare i piani di spesa effettivi, perchè, come già avvenuto, potrebbero differire da quanto comunicato dal governo.