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"Genova non si arrende ma lo Stato faccia la sua parte"
«Genova è ferita ma non si arrenderà. I cittadini dopo aver condiviso il dolore per la tragedia del crollo del ponte Morandi sono pronti a rimboccarsi le maniche. Lo hanno sempre fatto dopo le tragedie. Ma lo Stato deve fare il suo dovere: avviare un piano serio di manutenzione e soprattutto decidere. Prendersi la responsabilità politica della scelta». A parlare con Il Tempo di cosa fare, dopo la giusta fase di emozione, per la città ligure è la presidente della Confesercenti nazionale, Patrizia De Luise genovese doc. Un appello a restare uniti come quello lanciato da Mattarella ai funerali di Stato. «I genovesi sono pragmatici. Non si divideranno ma vogliono i fatti». I soldi sembra ci siano. Almeno per ovviare all’emergenza. Come devono essere usati a suo avviso? «Dopo aver pensato al ristoro delle famiglie che hanno perso i loro cari e le loro case, la priorità è quella di non fermare la città. E dunque soluzioni che consentano la mobilità e la movimentazione delle merci in sicurezza. Il ponte caduto era l’unica arteria per raggiungere la Francia e il porto, ma anche per consentire ai cittadini di raggiungere i luoghi di lavoro». Rappresenta un pezzo di economia importante. Teme contraccolpi sulle imprese? «Ci saranno, è inevitabile. a contrastarli dipende solo da noi. Gli albergatori e i commercianti si sono messi subito a disposizione di chi è stato colpito dalla tragedia.I