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E i soldi per tasse, pensioni e Ilva?

I dossier economici arrivano sul tavolo del Consiglio dei ministri. Dalle parole si passa ai fatti. Il problema è sempre lo stesso: la cassa vuota

Filippo Caleri
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Ora si passa ai fatti. O meglio si dovrebbe. Finita la campagna elettorale, le promesse e la demagogia per catturare consensi, gli italiani che hanno dato fiducia al governo giallo verde attendono che già nei prossimi consigli dei ministri arrivino i dossier caldi dell'economia. E cioè quei provvedimenti come la controriforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza che sono, in buona parte, alla base del successo alle elezioni. Tra le proposte più attese alla discussione c'è ovviamente la riscrittura della legge Fornero che ha irrigidito i paletti per l'uscita dal lavoro per vecchiaia. L'idea è quella di ripristinare la quota 100 (cioè la somma di età anagrafica e di anni di contribuzione) per consentire l'accesso alla rendita previdenziale a chi ha visto negli ultimi tempi allontanarsi il traguardo per effetto dell'aumento delle aspettative di vita. La quota 100 prevederebbe però un'età minima di 64 anni. Dunque il numero di anni di contributi potrebbe scendere a 36 anni. La stessa normativa dovrebbe consentire anche la possibilità di uscire con 41 anni di contributi a prescindere dagli anni compiuti. Se le pensioni sono al centro del dibattito altrettanto attesa è l'introduzione del reddito di cittadinanza. Immaginato come sussidio universale, e cioè una somma a tutti i disoccupati a prescindere dalla situazione, la proposta è stata meglio specificata come un assegno che accompagna la ricerca di un posto con l'assistenza di un centro impiego realmente efficace. All'attenzione del nuovo esecutivo ci sono anche altre materie come la sterilizzazione dell'Iva, la revisione del mercato del lavoro, le nomine di enti e società di Stato, e i due dossier industriali coma Alitalia e Ilva. 

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