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Cresce il lavoro. Ma solo quello precario

Il rapporto Istat

Filippo Caleri
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C'è più lavoro. E questo è un bene. Ma buona parte è a termine. E questo non va bene. Si riassume così il 2017 sul tema occupazione. Tanti posti in più dunque, ma precari, e quindi insufficienti a creare consumi stabili e a consolidare la ripresa. Lo scorso anno dunque , nel complesso, si caratterizza per un nuovo aumento dell'occupazione - sia nei valori assoluti sia nel tasso - che coinvolge anche i giovani di 15-34 anni. Inoltre, al forte calo dei disoccupati si associa la diminuzione del numero di inattivi. A rilevalo è l'Istat nel rapporto "Il mercato del lavoro - una lettura integrata" sul IV trimestre 2017. Dal punto di vista congiunturale, le dinamiche del mercato del lavoro si manifestano all'interno di un quadro macroeconomico espansivo: nel quarto trimestre del 2017 l'economia italiana ha registrato una crescita del PIL dello 0,3% in termini congiunturali e dell'1,6% su base annua. Nel complesso, l'economia dei paesi dell'area Euro è cresciuta dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 2,7% nel confronto con lo stesso trimestre del 2016. La crescita, rilevante per l'industria in senso stretto e per le costruzioni, è associata ad una ulteriore espansione dell'input di lavoro: le ore lavorate aumentano dello 0,2% sul trimestre precedente e dell'1,6% su base annua, nel contesto di una lieve crescita della produttività del lavoro in termini congiunturali. Dal lato dell'offerta di lavoro, nel quarto trimestre del 2017 l'occupazione presenta una lieve crescita congiunturale (+12 mila, 0,1%), dovuta all'ulteriore aumento dei dipendenti a termine (+57 mila, +2,0%) a fronte del calo di quelli a tempo indeterminato (-25 mila, -0,2%) e degli indipendenti (-20 mila, -0,4%). Nell'intero anno però come segnalato l'occupazione è trainata dai dipendenti a tempo determinato, che nella media annua salgono a 2 milioni 723 mila, aumentando di 298 mila unità, contro il rialzo di 73 mila unitaà per gli indeterminati. Sia per i dipendenti a termine che per quelli fissi siamo ai massimi storici. Invece tocca il minimo assoluto il numero dei lavoratori indipendenti, scesi per il settimo anno consecutivo (5 milioni 342 mila, -105 mila in un anno). Una choave di lettura politica delle ultime elezioni si può avere dai dati della disoccupazione al Sud. Nella media del 2017 il tasso di disoccupazione si riduce in tutte le aree territoriali del Paese ma "i divari rimangono accentuati: nel Mezzogiorno (19,4%) è quasi tre volte quello del Nord (6,9%) e circa il doppio di quello del Centro (10,0%)". 

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