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Addio operai, l'intelligenza artificiale entra alla Levis

Economia e digitale

Filippo Caleri
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Ci siamo. I luddisti (quelli che nel 18esimo secolo distruggevano i telai tessili rei di distruggere posti di lavoro) possono iniziare a mettersi sul piede di guerra. La nuova rivoluzione industriale, finora solo annunciata, e legata all'ingresso dell'intelligenza artificiale applicata ai robot non è più solo sulla carta. Levi Strauss, l'azienda che oltre un secolo fa ha introdotto i blue jeans negli Stati Uniti, è pronta a rivoluzionare la fase finale in cui il prodotto viene rifinito introducendo, entro il 2020, il laser al posto degli operai. Lo rivela il Financial Times, spiegando che per bucare, sfilacciare e scolorire il tessuto un laser è molto più efficiente del lavoro umano, perché può ottenere il cosiddetto effetto «vintage» in 90 secondi, contro i 7-8 minuti della lavorazione manuale umana. Levi Strauss ha poi precisato che per ora non prevede tagli al personale, che verrà distribuito in altri settori. L'obiettivo è finanziare questa redistribuzione del personale grazie all'aumento delle vendite che dovrebbero crescere anche grazie a questa nuova misura. Nel 2017 le vendite di Levi Strauss sono aumentate dell'8%, toccando i 4,9 miliardi di dollari, mentre gli utili sono calati del 3% scendendo a 280 milioni di dollari. L'amministratore delegato di Levìs, Chip Bergh, ex P&G, non è in grado di quantificare l'investimento che servirà per passare dal lavoro umano ai robot, ma assicura che «il futuro manifatturiero dei jeans è questo». La nuova tecnologia dimezzerà il ciclo di produzione e distribuzione consentendo alla società di accumulare meno capi che poi è obbligata a vendere a prezzi scontati a fine stagione. «Indirizzeremo i lavoratori su altri processi,» ha spiegato Oscar Gonzalez, presidente del gruppo. I jeans saranno disponibili nei negozi in tre mesi dall'avvio della lavorazione e in più il numero di sostanze chimiche utilizzate nella produzione scenderà a poche decine dalle oltre 1.000 impiegate nella lavorazione a mano. L'azienda messicana Apparel International, fornitrice di tessuto, ha già cominciato a testare la tecnologia. 

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