LA DIFESA DEL GOVERNATORE DI BANCA D'ITALIA

Visco all'attacco: "Non ho mai detto che nelle banche andava tutto bene"

Filippo Caleri

Non ci sta il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, a passare per capro espiatorio della crisi delle banche italiane. E soprattutto per la procedura di risoluzione delle quattro finite in default, tra le quali l'Etruria. Per questo davanti alla Commissione di inchiesta parlamentare sulle crisi bancaria ha rinviato le accuse, velate e poi in parte smussate, da parte del ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan che ieri dallo stesso tavolo del Parlamento aveva fatto intendere che a creare problemi sistemici nel settore del credito fosse stata anche la vigilanza un po' meno attenta.  "A determinare l'evoluzione del sistema finanziario italiano non è stata una vigilanza disattenta ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro paese'' ha puntualizzato Visco nel corso della sua audizione. Poi il classico sassolino dalla scarpa Visco se lo è comunque tolto. "Nell'opinione di alcuni - ha aggiunto Visco - la Banca d'Italia avrebbe sempre detto che andava tutto bene e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero". Il governatore della Banca d'Italia ha puntualizzato "in modo chiaro" che "la Banca d'Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento. Mai". Ha inoltre sottolineato che la collaborazione tra Banca d'Italia e Consob "è stata leale e costante, a livello sia tecnico sia di vertice".