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Pensioni, sindacati spaccati. Cgil: sciopero il 2 dicembre

Da sinistra Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo, Annamaria Furlan

Non c'è intesa sul testo del governo

Silvia Sfregola
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Tutti in ordine sparso. I sindacati si spaccano sull'innalzamento dell'età per andare in pensione. L'ennesimo e ultimo tavolo tra le sigle Cgil, Cisl e Uil e il governo a palazzo Chigi si chiude con la mancata unità sindacale e con l'esecutivo che farà del documento, portato questa mattina alla riunione, un emendamento alla legge di Bilancio. Nessuna firma, ma valutazioni discordanti è la sintesi di un confronto che ha visto ben quattro riunioni. Sul piede di guerra Susanna Camusso che giudica il testo "una occasione persa" e annuncia la mobilitazione per il 2 dicembre. La leader di Corso Italia conferma quindi "un giudizio di grande insufficienza del testo che oggi il governo ha prodotto, coi suoi impegni rispetto alla legge di bilancio. "Non stiamo parlando di 300 milioni di euro ma di 63 milioni" con la platea che "è più ristretta di quella che dichiarano" trattandosi di "poche migliaia di persone" perché "queste categorie vanno in pensione per vecchiaia, perché sono lavori faticosi e anche discontinui". Di altro avviso Anna Maria Furlan che giudica "il percorso che ci ha prospettato il governo e la sintesi del lavoro assolutamente positiva". La legge di bilancio, spiega "rivolge tutto quello che rimane a temi sociali importanti". Le valutazioni, ribadisce, si fanno "sull'esistente non sui desiderata. Siamo quasi a Natale, ma parliamoci chiaro, Babbo Natale non esiste". Secondo la sindacalista "aver messo in sicurezza tanti lavoratori per cui lo scatto c'era- sottolineando che sarebbero 30.000 le persone nella platea dei salvaguardati dall'incremento dell'età pensionabile nel 2019 - è un buon lavoro che va tutelato. Bisogna stare con i piedi per terra". E chiede un incontro urgente a tutti i presidenti dei gruppi parlamentari, in vista dei lavori sulla legge di Bilancio, "per poter esporre le nostre considerazioni e le nostre proposte in particolare sulle norme che riguardano il lavoro e la previdenza". Il giudizio di Carmelo Barbagallo è invece "articolato". In sintesi la Uil nella nuova proposta dell'esecutivo riscontra luci e ombre: "Se partiamo dalla valutazione che le risorse sono scarse, abbiamo fatto il massimo possibile con le condizioni economiche date. Abbiamo aperto una breccia sulla rigidità della legge Fornero". Inutile quindi l'appello del premier Paolo Gentiloni che in apertura del confronto aveva auspicato: "Più sostegno il pacchetto avrà dalle forze sindacali, più sarà forte nel trovare spazio compiuto nella Legge di Bilancio". Il presidente del Consiglio aveva ricordato che "nell'ambito di una Legge di Bilancio che già, pur con risorse limitate, viene incontro a numerose esigenze sociali e espresse dal mondo del lavoro, abbiamo messo insieme in queste tre settimane un pacchetto di misure molto rilevante e sostenibile. Dal nostro punto di vista è un buon risultato". Il testo consegnato questa mattina ai sindacati contiene alcune novità rispetto a quello preso in esame sabato 18 novembre. "Il Governo concorda sulla necessità di dare priorità alla discussione sulle pensioni dei giovani e dello sviluppo della previdenza complementare nel settore privato" si legge nel documento. Inoltre l'esecutivo sottolinea la necessità di discutere su "la sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici destinati ai giovani, al fine di assicurare l'adeguatezza delle pensioni medio-basse nel regime contributivo, con riferimento sia alla pensione anticipata che a quella di vecchiaia; dello sviluppo della previdenza complementare nel settore privato nell'ambito di un confronto aperto anche alle rappresentanze delle organizzazione dei datori di lavoro". L'impegno è verso "un'allargamento dei requisiti di accesso alle prestazioni per le lavoratrici con figli, al fine di avviare il processo di superamento delle disparità di genere e dare primo riconoscimento al valore sociale del lavoro di cura e maternità svolto dalle donne".

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