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Pensioni, per il governo passi avanti ma i sindacati sono pronti allo scontro

La Camusso: "Senza risposte sarà mobilitazione". Ma il ministro Poletti smorza i toni: "Fatti passi in avanti"

Carlo Antini
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Pensioni, di segno opposto le posizioni di governo e sindacati. Se il ministro del Lavoro Poletti è fiducioso nell'individuazione di una soluzione che possa accontentare tutti, i sindacati non sono soddisfatti e minacciano la mobilitazione generale in assenza di risposte adeguate. "Siamo ancora ben lontani da una risposta a quella fase due che avevamo sottoscritto un anno fa con il governo. Non solo continua a mancare una risposta sul meccanismo delle aspettative di vita ma anche sulle pensioni dei giovani e quelle delle donne". Così il leader Cgil Susanna Camusso a margine del convegno sull'Europa organizzato dal ministero del Lavoro commenta l'ultima proposta che il governo ha messo sul tavolo di confronto delle pensioni con cui esonerare dall'aumento dell'età pensionabile a 67 anni dal 2019 15 categorie di lavoratori impegnati in attività gravose. Un meccanismo, quello individuato dall'esecutivo che prevede l'accesso all'esenzione con 36 anni di contributi e 6 degli ultimi 7 anni impiegati in attività gravose, "copiato dall'Ape sociale e che non è quanto abbiamo proposto", prosegue Camusso. "Tra l'altro questi vincoli non funzionano e hanno creato, già dall'Ape social, una grande quantità di domande rigettate. E poi se il meccanismo non va bene, se è ingiusto, serve cambiarlo non si può semplicemente agire per deroghe", insiste criticando anche la limitazione dell'esenzione dall'aspettativa di vita alle sole pensioni di vecchiaia. La proposta dell'esecutivo, dunque, conclude, "è solo un modo per distrarre l'attenzione promettendo una cosa che è stata già verificata con l'Ape e che non funziona", ribadisce. Critiche anche alla proposta che nei giorni scorsi ha presentato il presidente Inps Tito Boeri circa la possibilità di creazione di una commissione per lo studio delle aspettative di vita legate alle mansioni svolte. "Boeri si è svegliato buon ultimo. Se l'Inps invece che boicottare l'Ape si fosse dedicato a fare ricerca sui lavori gravosi saremmo più avanti", dice. Quanto alla partita con il governo, conclude, la Cgil attenderà l'incontro politico di lunedì prossimo per esprimersi. Valuteremo le risposte in quella sede e decideremo. Ma quello che è certo è che senza risposte siamo pronti a qualche forma di mobilitazione". Poletti, invece, getta acqua sul fuoco. "Un passo avanti rispetto al punto da cui siamo partiti ieri è stato fatto: nuove categorie sono state messe in campo - spiega il ministro del Lavoro - Stiamo facendo approfondimenti, lunedì faremo la sintesi". E alla domanda se ci siano ancora margini di discussione sulla proposta presentata ieri dal governo relativamente all'esonero di 15 categorie di lavori gravosi dall'aumento a 67 anni dell'età di pensionamento del 2019 risponde: "Bisogna sempre lavorare nella convinzione che le soluzioni ci possano essere".

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