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Televisori da rottamare. La manovra spegne il vecchio segnale digitale

Filippo Caleri
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Mentre ci si interessava del bonus per il verde e del rinvio dell'aumento Iva al 2019, nella legge di Bilancio è entrato di soppiatto una norma che rischia di portare la rivoluzione nelle case degli italiani. La manovra prevede anche lo switch off (il passaggio) al DVB-T2, il nuovo sistema per le trasmissioni digitali terrestri. C'è anche una data, quella del 30 giugno 2022, per la transizione alla nuova modalità che dovrebbe rendere obsoleti quasi tutti gli apparecchi televisivi. Sì chi ha un vecchio apparecchio può iniziare a sfogliare i volantini delle offerte commerciali che si accumulano nelle cassette postali e iniziare a risparmiare. Nell'articolo 89 della legge appena approdata in Senato è prevista la transizione alla tecnologia 5G e quindi la cessione della banda 700 agli operatori di telefonia. L'Agcom approverà entro il maggio del prossimo anno un nuovo piano di assegnazione delle frequenze che avverrà zona per zona, gradatamente. I diritti d'uso delle frequenze attribuiti agli operatori sono convertiti, secondo la norma, «in diritti d'uso di capacità trasmissiva in multiplex nazionali di nuova realizzazione in tecnologia DvB-T2», il digitale terrestre di seconda generazione, una tecnologia considerata salvaspazio. Il piano prevede anche la riforma completa della numerazione unica, il cosiddetto LCN che è tutt'ora oggetto di contenzioso, che indica la posizione nel telecomando delle varie reti. Una nota dello Sviluppo  Economico ha chiarito che lo switch off con la liberazione della banda 700Mhz avverrà con una transizione di due anni, dal 2020 al 2022, anche se il governo ha iniziato il percorso già lo scorso anno quando ha previsto che dal primo gennaio del 2017 fosse obbligatoria la commercializzazione esclusivamente di televisori con tecnologia T2-HEVC al fine di avviare con largo anticipo il naturale ricambio degli apparecchi.

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