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Lo Stato si vende le case. E si ritrova un buco da 200 milioni

La Difesa mette sul mercato 3mila alloggi. Altrettanti all'asta. Di tutto il patrimonio si è però riusciti a cedere solo l' 8,6 per cento. A Roma la situazione più critica

Mary Tagliazucchi
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Circa 5 anni fa, il Ministero della Difesa ha avviato un' attività di vendita di più di 3.022 alloggi distribuiti su tutto il territorio nazionale e divise fra Esercito, Marina e Aeronautica, non più funzionali alle esigenze delle Forze Armate. Invece dei 3.038 lotti messi all' asta, solo 264 sono stati aggiudicati. Ovvero solo l' 8,68%. Una situazione «installo» che si verifica non solo a Roma o nel Lazio, ma in tutta Italia. Nel dettaglio su 1.447 alloggi ne sono stati venduti 280 con una percentuale di aggiudicati pari al 19,35%, come riportato dai dati della Direzione Generale del Demanio Militare di Roma sugli alloggi venduti e non sui lotti posti in vendita (è bene ribadire che sotto la voce "lotti" si intende che lo stesso alloggio può essere reiterato e messo all'asta una o più volte, mentre sotto la voce "alloggi" viene indicata la vendita dell' alloggio, indipendentemente dal numero di esperimenti di asta). La differenza tra 280 e 264 (16) è dovuta presumibilmente ad aggiudicazioni effettive post asta o risoluzione di eventuali contenziosi. Senza contare le strutture militari di smesse in tutta Italia che sommate agli alloggi di servizio generano una ricchezza "immobilizzata" di ben 200 milioni di euro. Sia per un' effettiva incapacità gestionale che per una giurisprudenza controversa da parte dello stesso Ministero della Difesa. Senza risultato, ad oggi, le poche soluzioni messe in campo, come ad esempio quella del 2010... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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