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Web Tax vicina. Anche i giganti di internet piangono. E pagano le tasse

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Filippo Caleri
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Google, Facebook, Amazon, Instagram e E-Bay si possono accomodare alla cassa dei grandi Stati nazionali che, bypassati dalle maglie aperte dal fisco internazionale, quasi inesistente, si sono stancati di perdere denari in nome della libertà di internet. Così se prima tassare i giganti del web era un'eresia, oggi è una necessità per consentire ai governi di riprendersi il gettito perso. Siamo vicini alla fine dei giochi. Sarà il consiglio Ue dei ministri delle Finanze (Ecofin) ad affrontare la questione della cosiddetta web tax, la tassazione sui profitti realizzati in Europa dai giganti di internet. A dirlo è stato al «vertice digitale» di Tallinn il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker dicendosi fiducioso: «Penso che si troverà un accordo». Anche se il tema non era all'ordine del giorno della riunione di oggi, i leader lo hanno affrontato «brevemente» già alla cena informale di ieri sera, ma «non c'è una decisione finale». La prossima riunione dell'Ecofin è in programma il 10 ottobre in Lussemburgo, poi ce ne sarà una il 7 novembre, ma l'obiettivo della presidenza estone è di raggiungere un accordo entro quella di dicembre, in calendario per il 5, mentre la Commissione ha confermato che presenterà le proprie proposte nella primavera dell'anno prossimo.

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