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Fisco troppo complicato. Allarme dei commercialisti

Filippo Caleri
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Le recenti paradossali vicende dello “Spesometro”, peraltro tuttora in corso e non ancora in via di soluzione, dimostrano, ove ve ne fosse bisogno, le problematiche strutturali della categoria nel comparto della consulenza e assistenza tributaria e nel rapporto con l'Amministrazione finanziaria. Lo rendono noto i presidenti degli undici Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili della Campania (Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Napoli Nord, Nocera Inferiore, Nola, Sala Consilina, Salerno, Torre Annunziata, Vallo Della Lucania). La complicazione del sistema fiscale, anche in vista dell'ingresso a regime della fattura elettronica, sono uno degli aspetti critici che impongono sempre più il cambiamento della professione nella direzione della certificazione dei processi e, dunque, dei contenuti fiscali dei documenti digitali. Il ruolo del commercialista deve essere ridefinito creando le condizioni affinché possa essere un punto di riferimento per le imprese, solido e stabile nel tempo, in tutti i comparti gestionali. I fattori chiave del cambiamento sono: alta specializzazione (Saf) e presenza diffusa sui territori mediante efficace infrastruttura, quale strumento che consenta di ottenere ed offrire servizi diversificati, in modo completo, rapido, economico ed efficace. Su tali questioni da tempo sta operando attivamente il Consiglio Nazionale. Nella prossima Assemblea dei Delegati del 4 ottobre prossimo, il Consiglio di Amministrazione della Cassa di previdenza dei Dottori commercialisti proporrà di aggiornare i criteri di investimento al fine di poter procedere ad effettuare, nel limite del 5% del proprio patrimonio, investimenti di lungo periodo in Organismi di diritto pubblico, società/progetti a sostegno dello sviluppo economico nazionale, società/progetti di interesse strategico della Cassa e della categoria (solidi ed affidabili).  Gli ordini della Campania plaudono all'iniziativa, che ritengono essere indispensabile per il futuro della categoria. Le altre Casse di previdenza professionali già da tempo investono nell'economia reale, anche con iniziative che, direttamente o indirettamente favoriscono lo sviluppo della professione, con lo scopo di rafforzare la presenza, l'immagine e le condizioni economiche delle rispettive categorie. La modifica consentirà anche alla Cassa di previdenza dei Dottori Commercialisti di poter valutare iniziative sia direttamente a favore dello sviluppo della categoria, sia in termini di presenza nell'economia reale. In tal modo si realizza un fronte istituzionale, tra Consiglio Nazionale, Ordini territoriali e Casse di Previdenza, per fronteggiare la crisi strutturale della categoria e realizzare le soluzioni idonee alla ridefinizione positiva del ruolo della nostra professione.  

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