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Procedura di infrazione Ue contro l'Italia per le emissioni di Fiat-Chrysler

Davide Di Santo
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La Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia "per il mancato adempimento da parte di Fca degli obblighi derivanti dalla normativa Ue in materia di omologazione dei veicoli". L'esecutivo Ue ha mandato all'Italia una lettera di messa in mora, il primo stadio della procedura, in cui chiede al Paese di fornire risposte in merito alle preoccupazioni della Commissione per l'adozione di misure considerate "insufficienti", per quanto riguarda le strategie di controllo delle emissioni inquinanti dei veicoli utilizzata dal gruppo Fiat-Chrysler. Per la commissaria europea al Mercato interno e l'Industria Elzbieta Bienkowska, "i costruttori di automobili hanno prestato ben poca attenzione alla misurazione delle emissioni ed alcuni hanno persino infranto la legge. Lo scandalo delle emissioni ha dimostrato che la responsabilità di far rispettare la legge e di punire coloro che la violano non può essere lasciata esclusivamente agli Stati membri". "Il Parlamento Europeo e gli Stati membri hanno recentemente compiuto molti passi avanti in merito alla nostra proposta di revisione completa del sistema attuale, ma è giunto il momento di raggiungere un accordo definitivo. Sono in gioco la fiducia e la salute dei cittadini e non abbiamo tempo da perdere", aggiunge la commissaria.  In base alla legislazione Ue, spetta alle autorità nazionali verificare che un tipo di automobile soddisfi tutte le norme comunitarie prima che i veicoli possano essere venduti sul mercato unico. Qualora un costruttore violi gli obblighi normativi, le autorità nazionali devono adottare misure correttive (ad esempio, ordinare il richiamo dei mezzi) e applicare sanzioni "effettive, proporzionate e dissuasive" stabilite nella legislazione nazionale. La Commissione sta monitorando da vicino l'esecuzione di queste norme da parte degli Stati membri e ha già avviato procedure di infrazione nei confronti degli Stati che hanno rilasciato le omologazioni per il gruppo Volkswagen nell'Ue, per non aver applicato le sanzioni stabilite dalle loro disposizioni nazionali, nonostante l'uso di un software di manipolazione illegale da parte della casa di Wolfsburg. Il caso Fca nasce dalle informazioni portate a conoscenza della Commissione, nel contesto di una richiesta da parte del Ministero dei Trasporti tedesco nel settembre 2016, di mediare un disaccordo tra le autorità tedesche e quelle italiane riguardante le emissioni di ossidi di azoto (NOx) prodotte da un tipo di veicolo omologato dall'Italia. La Commissione non specifica nel comunicato di quale modello si tratti; la disputa con la Germania riguardava la 500X, la Fiat Doblò e la Jeep Renegade. La lettera, spiegano fonti Ue, riguarda solo la 500X.  Nel corso della procedura di mediazione la Commissione "ha esaminato con attenzione i risultati delle prove delle emissioni di NOx fornite dall'autorità di omologazione tedesca (il Kraftfahrt-Bundesamt), così come le ampie informazioni tecniche fornite dall'Italia sulle strategie di controllo delle emissioni adottate da Fca nel tipo di veicolo in questione".

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