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Alitalia, Calenda: "Fallimento? Sarebbe uno choc per il Pil"

Carlo Calenda

Silvia Sfregola
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"Non si può fare fallire Alitalia dal mattino alla sera, da domani non ci sarebbero più collegamenti per moltissime delle destinazioni italiane e per un periodo i collegamenti sarebbero staccati. Non ci sarebbero subito altre aziende pronte a prenderli. E ci sarebbe uno choc per il Prodotto interno lordo, superiore rispetto allo scenario di un "periodo di sei mesi coperto dal prestito del governo per trovare un acquirente". Sono le parole del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, a Sky Tg24, all'Intervista di Maria Latella. E nei confronti dei vertici della compagnia aerea, avviata verso il commissariamento, la prossima settimana, Calenda sollecitato nell'intervista, usa toni netti: "Questo management, più che Cramer Ball Hogan non solo ha sbagliato il modello di business della compagnia, ma certe volte avuto anche un approccio un po' arrogante - se posso dirlo - che non ha giovato a nessuno, nemmeno sull' esito del referendum". "Non possiamo pensare che chiunque arrivi continui a perdere dei soldi - ha proseguito - Comunque ci saranno delle manovre di ristrutturazione. E questo è importante dirlo perchè noi pensiamo sempre ci sia la possibilità di fare le cose senza pagare il conto". Su che tipo di interventi di ristrutturazione e su quali potenziali acquirenti resta vago però Calenda. "C'è un ventaglio di possibilità e io spero che chi arrivi compri non lo spezzatino ma l'insieme dell'azienda. Ma lo farà chiedendo delle condizioni", sottolinea. Alla domanda su una ipotesi Lufthansa, "vorrei evitare di dire che ipotesi ci sono, perchè al momento non hanno ancora chiesto l'amministrazione straordinaria, probabilmente lo faranno martedì, a quel punto il Governo nominerà dei commissari, che dovranno fare un programma e aprire alle manifestazioni di interesse", risponde Calenda. Intanto, in attesa del via libera ufficiale da parte di Bruxelles del prestito ponte dello Stato da circa 400 milioni, è attesa un'altra settimana importante per il domani di Alitalia. Martedì sono previsti assemblea e Cda della compagnia per confermare la mancata ricapitalizzazione, che sarebbe stata realizzata dai soci solo in caso di esito positivo del referendum dei lavoratori sul piano, e la richiesta al ministero dello Sviluppo economico dell'ammissione all'amministrazione straordinaria. Al ministero dello Sviluppo competerà nominare i commissari. Nel totonomi anche Luigi Gubitosi. Su questa ipotesi Calenda taglia corto: "Lo decideremo insieme nel governo la prossima settimana", risponde su Sky Tg24". Ma ci sono rumors anche su Mauro Moretti che si affianca, nella girandola del totonomi, ad altri come Enrico Laghi. Qualche passaggio nell'intervista sposta l'attenzione dalla vicenda Alitalia al ruolo politico di Calenda, che sul confronto che lo vuole il "Macron italiano" sgombra il campo: "Io non sono Macron: e comunque non si debbono portare leadership da fuori. Cerchiamo le nostre strade, c'è anche una dignità nazionale. Non sono Macron per le mie scelte politiche soggettive". Il ministro poi ribadisce: "Non è mai esistita e non può esistere una opzione" che mi veda candidato per Fi e "Berlusconi è stata ed è una grande personalità, ma fuori dalla curiosità intellettuale e umana, non è il mio orientamento. Non ho incontrato Berlusconi". C'è spazio anche per il tema del giorno, mentre si vota per le primarie dem nei gazebo: "Io non voto, ma quello che succede oggi per il Pd , le primarie, è un grande esercizio di democrazia costruttiva e partecipata, di cui abbiamo bisogno, faccio gli auguri: è una bella giornata", dice il titolare del dicastero dello sviluppo economico.

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