GOVERNO
Stop ai voucher, via libera al decreto legge
Per alcuni è una vittoria della Cgil. Per altri una piroetta del Governo. Per l'ex centrodestra, infine, si tratta della "scelta più sbagliata". Quale che sia l'interpretazione, i voucher sono stati aboliti o, meglio, quelli acquistati finora si potranno utilizzare fino al 31 dicembre 2017, "per evitare impatti negativi". Poi tutto finito: il lavoro saltuario non potrà più essere pagato con quegli strumenti né in famiglia né nei campi né in altri settori. Il decreto dell'esecutivo, varato oggi dal Consiglio dei Ministri, ha abrogato le norme sui voucher e sugli appalti, ripristinando la responsabilità solidale e accogliendo la proposta Pd emersa dalla commissione Lavoro della Camera e votata, ieri in serata, anche da sigle come M5S, Mdp e Sinistra italiana. La "risposta sbagliata a un'esigenza giusta", li ha definiti il premier Paolo Gentiloni, prendendo la parola a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei Ministri. Insomma, i buoni lavoro sono "uno strumento deteriorato". Limpida la spiegazione fornita: il Governo ha ritenuto di eliminare quelle norme "oggetto dei referendum convocati per il prossimo 28 maggio nella consapevolezza che l'Italia non ha certo bisogno nei prossimi mesi di una campagna elettorale su temi come questi", ha spiegato Gentiloni. Niente tensioni inutili, insomma, nel cammino verso il voto del 2018, e un colpo di spugna per azzerare l'impatto della doppia consultazione popolare voluta dalla Cgil. Non un "cambio di marcia", si badi bene, come sottolinea Poletti replicando al leader Mdp Roberto Speranza. Infatti i "voucher non c'entrano con il Jobs Act: c'erano anche prima e il governo Renzi semmai ne ha limitato l'uso". Ma c'è già chi prevede il ritorno dei voucher, come il segretario di Scelta Civica Enrico Zanetti che non esita a bocciare la decisione dell'esecutivo come "priva di dignità politica". L'ex viceministro dell'Economia alimenta il sospetto che l'esecutivo stia facendo il "gioco delle tre carte sulle spalle delle famiglie italiane e delle piccole aziende, soprattutto del settore agricolo". E' lo stesso ministro Giuliano Poletti a escludere il 'ritorno dei voucher'. Mentre il premier Gentiloni, accogliendo in toto le indicazioni della commissione Lavoro della Camera, specifica che le prossime settimane saranno utilizzate per regolare il lavoro saltuario "insieme alle parti sociali e al Parlamento". Tornano quindi in prima fila i sindacati e le associazioni di categoria. L'esigenza di normare il lavoro occasionale, insomma, è fatta salva dall'esecutivo che garantisce di mettervi mano "celermente". Presto, tuttavia, per parlare di fiducia, dice Poletti ai giornalisti. La fiducia peraltro non rispetterebbe l'indirizzo tracciato da Gentiloni che nella partita vuole un ruolo centrale del Parlamento. Per tutta risposta il M5S promette: "Faremo noi la riforma quando saremo al governo". Pioggia di reazioni sulla norma varata dal Consiglio dei ministri anche dalle altre forze politiche. Se per Maurizio Sacconi (Ap) si tratta di una "decisione gravissima" che comporta la remissione totale "nelle mani della Cgil", la stessa ex vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani invita a "colmare il vuoto legislativo per evitare l'incremento di lavoro nero". Rischio non escluso dallo stesso ministro del Lavoro: "Con l'abolizione dei voucher il rischio di aumento del lavoro nero esiste. Ma non dimentichiamo che il lavoro nero è vietato". Di "errore fondamentale" parla il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta. Per il senatore della Lega Roberto Calderoli "è stato buttato via il bambino con l'acqua sporca". Confesercenti, Confcommercio e Confagricoltura ritengono che sia stato eliminato uno "strumento importante" e che si tratti di una decisione che "danneggia i lavoratori e le imprese oneste". Allarmante il bilancio della Coldiretti, secondo cui 50mila persone perderanno l'opportunità di lavorare nei campi. Soddisfatta soltanto la Cgil, che affida alla rete un tweet prudente: "Non diciamo, Abbiamo vinto prima di vedere i testi. Però una vittoria c'è, le persone non sono più rassegnate grazie a tutta la Cgil".