LA CRISI

Alitalia, nel piano 2.037 esuberi. I sindacati: sciopero il 5 aprile

Silvia Sfregola

Duemilatrentasette esuberi tra il personale di terra e tagli salariali per 163 milioni complessivi. Sono i numeri del nuovo piano industriale di alitalia che hanno portato i sindacati, oggi a Fiumicino per l'incontro con l'azienda, a proclamare immediatamente uno sciopero unitario di 24 ore il prossimo 5 aprile. Nel frattempo si tornerà al Mise per il prossimo round, lunedì 20 alle 16.30, quando è stato convocato il tavolo su richiesta dei sindacati cui parteciperanno anche l'azienda e i ministri Calenda, Delrio e Poletti. "Le misure relative al personale sono dolorose, ma necessarie, insieme alla riduzione di altri costi operativi, per stabilizzare la situazione finanziaria della Compagnia e a garantirne la sostenibilità di lungo termine", replica ai sindacati l'amministratore delegato della compagnia di bandiera Cramer Ball, presente all'incontro di oggi insieme al neo consigliere di amministrazione e presidente designato dall'azienda Luigi Gubitosi. I cambiamenti sono stati giudicati "essenziali" dall'ad, che assicura: "Insieme ai sindacati e con il sostegno del governo italiano, lavoreremo, come è giusto e doveroso che sia, per cercare il modo per ridurre il più possibile l'impatto sociale del piano sul personale coinvolto". Il piano, illustrato oggi in un incontro durato meno di due ore, prevede appunto 2.037 esuberi nel personale di terra, di cui 1338 dipendenti a tempo indeterminato, 558 a tempo determinato e 151 dipendenti operativi all'estero. Complessivamente, la riduzione riguarda il 51% dell'organico negli uffici. A questa cifra si aggiunge il problema del personale navigante - circa 400 persone - che ha il contratto di solidarietà in scadenza ad agosto 2017. Previsti anche tagli salariali del 28% per i piloti sul medio raggio, 22% per quelli operativi sul lungo raggio e 32% per gli assistenti di volo. Previste circa 500 assunzioni di personale navigante - fra piloti e assistenti di volo - ma solo dal 2019, e l'ingresso in flotta nell'arco del piano di 8 aeromobili per il lungo raggio, cui si aggiunge quello già arrivato a gennaio, funzionali all'incremento del lungo raggio con l'apertura di una decina di nuove rotte. I nuovi aerei arriveranno soprattutto nel 2019, quando ne sono previsti quattro: questo, secondo il piano dell'azienda, per consentire di ridurre le perdite sulle rotte di breve e medio raggio prima di aprire le nuove di lungo raggio che per essere profittevoli hanno bisogno di un periodo piuttosto lungo. I sindacati, però, hanno bocciato con veemenza il piano industriale, che invece ha bisogno della loro approvazione per il suo finanziamento. "Sulla parte di prospettiva è veramente molto, molto ridotto, si vede chiaramente che in questi mesi il cambio di piano è stato fatto dalle banche", dice il segretario Fit-Cgil Nino Cortorillo secondo cui "sugli esuberi non si tratta. Al prossimo appuntamento con il governo vediamo l'azienda se ci dice cose diverse e poi capiremo se sono in grado di modificare la situazione di oggi perché così come è non possiamo approvare il piano". Per Claudio Tarlazzi di Uiltrasporti le proposte per lo sviluppo della compagnia sono "un'ipotesi molto remota che non ci da modo di credere a questi nuovi ricavi" in cui l'unica previsione è "di agire drammaticamente su occupazione e stipendi". Per Emiliano Fiorentino di Fit-Cisl il piano presentato è "solo di sopravvivenza". "Abbiamo detto a Gubitosi - ha raccontato - che ci auspichiamo che possa fare la differenza e garantire un futuro a un'azienda che in otto anni ha visto cambiare molte persone ai vertici ma non la situazione". Inevitabile dunque per i sindacati lo sciopero di 24 ore, formalmente proclamato per il prossimo 5 aprile da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta, agitazione che segue quella di 4 ore dello scorso 23 febbraio.