Bocciata la tassa su Airbnb
Non passa la tassa su Airbnb, piattaforma informatica per affittare camere in tutto il mondo. L'emendamento alla Manovra che la introduceva è stato bocciato dalla commissione Bilancio della Camera. La modifica proposta prevedeva una cedolare secca al 21% che colpiva gli affitti percepiti con Airbnb. Il testo era stato approvato dalla commissione Finanze. In realtà il balzello non colpiva il colosso mondiale dell'affitto di camere tra privati ma lo trasformava in un sostituto d'imposta per versare la tassa nelle casse dell'Erario italiano. Polemiche dalle opposizioni. "Ci sembra grave - ha detto Giulio Marcon di Si - che la maggioranza abbia cambiato idea sulla base di un tweet del presidente del Consiglio. Qui - ha sottolineato - non c'erano tasse in più ma solo un adempimento, addirittura si prevedeva uno sconto fiscale perché con la cedolare secca si pagherebbe meno dell'aliquota minima prevista. In questo modo si introdurrebbe un principio di equità e trasparenza rispetto alla condizione ormai selvaggia che sappiamo essere all'ordine del giorno nelle grandi città italiane riguardo all'affitto di case e appartamenti per fini turistici. Oltre a un problema di equità fiscale rispetto agli operatori commerciali, poi, c'è anche un problema di concorrenza. Si produce una asimmetria tra chi paga regolarmente le tasse e chi si trova nelle condizioni di poterle evadere. C'è una concorrenza sleale tra chi affitta con Airbnb e i bed and breakfast". Accuse anche dal M5S: "Airbnb - dice Daniele Pesco - fa girare in Italia 3,8 miliardi di euro, buona parte dei quali passa attraverso soggetti non professionali che giustamente arrotondano il proprio reddito e che vorremmo fossero invogliate a pagare le tasse".