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Allarme Inps: meno assunzioni rispetto al 2015, è boom di voucher

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Silvia Sfregola
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Allarme su assunzioni in calo dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale (Inps), il quale registra anche il boom dell'utilizzo dei voucher. Questi tagliandi, secondo alcuni esperti, vengono usati al posto di veri e propri contratti, in modo da avere meno vincoli con il lavoratore. Nel periodo gennaio-agosto 2016 sono stati venduti 96,6 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento pari al 35,9% rispetto ai primi otto mesi del 2015. Le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati e comprese quelle stagionali (447mila), nel periodo gennaio-agosto 2016 sono risultate 3.782.000, con una riduzione di 351mila unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-8,5%). Il rallentamento delle assunzioni viene segnalato dall'Inps nel nuovo Osservatorio su Precariato. Il rallentamento ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato, che hanno segnato un -395mila unità (pari a -32,9%) rispetto ai primi otto mesi del 2015. Il calo, chiarisce l'istituto, va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell'abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni. Analoghe considerazioni, spiega ancora l'Osservatorio, possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-35,4%). Per i contratti a tempo determinato, nei primi otto mesi del 2016, si registrano invece 2.385.000 assunzioni, in aumento sia sul 2015 (+2,5%), sia sul 2014 (+5,5%). Inoltre, nei primi otto mesi del 2016, nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +703mila unità. Tale saldo inferiore a quello del corrispondente periodo del 2015 (+813mila) e superiore a quello registrato nei primi otto mesi del 2014 (+540mila), spiega ancora l'Inps, segnalando che il risultato positivo è "interamente imputabile al trend di crescita netta registrato dai contratti a tempo indeterminato", il cui saldo annualizzato ad agosto 2016 è pari a +518mila. Rilevanti anche i dati sull'aumento, di circa il 30%, dei licenziamenti per giusta causa nei contratti a tempo indeterminato. Nel 2014 erano stati 35.235, nel 2015 erano 36.048, mentre nel 2016 sono stati 46.255 (l'aumento, appunto, è di circa un terzo). Tutti i dati sono relativi ai primi otto mesi di ogni anno considerato. Tra i primi a commentare i dati dell'Inps ci sono stati i sindacati. «Per la Cisl è il momento di fare un tagliando per leggere insieme, Governo e parti sociali, i dati e giungere ad una valutazione complessiva sulle misure vecchie e nuove per accrescere l'occupazione", ha dichiarato in una nota il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni. "Lo stock di occupati è ancora in crescita, ma ci preoccupa il ritmo di crescita e la qualità dell'occupazione - continua Petteni -. Nei primi otto mesi del 2016 le assunzioni sono calate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soprattutto preoccupa il calo delle assunzioni a tempo indeterminato, nonostante gli incentivi. Continua purtroppo la crescita dei voucher". Per Petteni, è quindi "importante che si ripropongano, sia nella legge di stabilità sia tramite l'indirizzamento di parte dei fondi europei, incentivazioni mirate al lavoro stabile, soprattutto dei giovani ed al Sud, con incentivi non più generalizzati, bensì mirati". Beppe Grillo coglie l'occasione per attaccare il governo guidato da Matteo Renzi. "Con la riforma del lavoro di Renzi le assunzioni sono diminuite - sottolinea il fondatore del M5S nel suo blog -. I licenziamenti invece sono cresciuti del 31% grazie alla cancellazione dell'articolo 18 voluta e votata dal Pd. La disoccupazione è sempre alla mostruosa cifra dell'11,4% e i voucher sono sempre più utilizzati come forma di pagamento. A preoccupare è soprattutto il trend delle assunzioni a tempo indeterminato: ad agosto sono state solo il 24,9% dei nuovi rapporti di lavoro, il dato mensile più basso dell'ultimo biennio". Anche da Forza Italia arriva una pioggia di critiche: per il senatore Lucio Malan, sono usciti i "numeri disastrosi del jobs act", che il suo collega Marco Marin storpia in "Flops Act".

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