Pistelli dagli Esteri all’Eni Giallo sul conflitto di interessi
Il vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli, passa con facilità dall'incarico alla Farnesina all’Eni nonostante la contiguità tra i due settori. «Dopo averne parlato da tempo col presidente Mattarella e con Matteo Renzi, lascio il mio incarico di governo - e fra qualche settimana lascerò il mio seggio in Parlamento - per iniziare una nuova avventura professionale nel settore privato», ha scritto Pistelli sulla sua pagina Facebook. «Era tempo di cambiare, di rimettersi in discussione, di ripartire. Un grazie sincero a tutti voi che mi avete seguito e sostenuto con affetto per anni. Ho cercato sempre di dare il massimo», ha spiegato Pistelli. In un’intervista a La Stampa, ha annunciato che diventerà vicepresidente senior dell’Eni. «Mi occuperò - ha spiegato - di promuovere il business internazionale e di tenere i rapporti con gli stakeholders, in Africa e in Medio Oriente, e dei progetti sulla sostenibilità». A 51 anni «si può cambiare vita», ha affermato Pistelli, che compirà gli anni il 20 giugno. Fin qui la cronaca. Ma c’è un aspetto che va comunque preso in esame e cioè che Pistelli prima di dare il suo sì definitivo al Cane a Sei Zampe ha chiesto un parere all’Autorità garante della Concorrenza per sapere se il passaggio poteva andare contro le norme della legge 215 del 2014 che vieta, per 12 mesi, a chi ricopre incarichi di governo, il passaggio in società ed enti di diritto pubblico che «operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta». Per fare un esempio un sottosegretario dello Sviluppo economico che ha poteri regolatori su una società elettrica non può assumere incarichi in un’azienda di questo settore. E questo è pacifico. Ora nel suo parere l’Antitrust spiega che effettivamente il ministero degli Affari esteri non ha poteri sull’Eni di nessun genere. E sotto «il profilo dell’esistenza di rapporti giuridici ed economici con la società interessata, dalle informazioni in possesso dell’Autorità, non si ha evidenza di rapporti giuridici ed economici costituiti nell’ambito delle attribuzioni svolte dal richiedente con le società del gruppo Eni durante il periodo in cui è stato svolto l’incarico di governo». L’Antitrust ora però ne può avere evidenza visto che è lo stesso Pistelli ad affermare nell’intervista a La Stampa di aver avuto colloqui con l’ad Descalzi con tanto di analisi e scenari politici. I rapporti si sono sviluppati per un lungo periodo e hanno avuto a oggetto l’Africa e lo sviluppo energetico del Continente. Insomma un qualche sospetto che l’assunzione sia stata originata dai rapporti preferenziali tra l’azienda e il politico ci sarebbe. Ora l’Antitrust, il materiale per tornare, sulla scelta lo ha.