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Confindustria: dalla crisi danni come in guerra

Confindustria

Recessione finita. Il Pil nel 2013 calerà dell'1,8% ma crescerà nel 2014. Letta: "I conti sono a posto"

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I numeri di viale dell'Astronomia mostrano ancora una volta il buio pesto che risiede nel Paese."La profonda recessione, la seconda in 6 anni, è finita. I suoi effetti no". L'Italia "ha subito un grave arretramento ed è diventato più fragile, anche sul fronte sociale". Insomma, danni "commisurabili solo con quelli di una guerra". Lo rileva il Centro studi di Confindustria (Csc) nel rapporto "La difficile ripresa: cultura motore dello sviluppo". "Le persone a cui manca il lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni - si legge - due volte la cifra di sei anni fa. Anche i poveri sono raddoppiati a 4,8 milioni". In più "le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5.037 euro in media l'anno". Infine, avvertono gli industriali, l'impatto sulla crescita della legge di stabilità sarà "molto piccolo". Il premier Letta risponde da Bruxelles: "Ho la responsabilità di tenere la barca Italia in equilibrio e voglio che ci siano strumenti per la crescita senza sfasciare i conti. Confindustria dovrebbe sapere che tenere i conti a posto vuol dire far calare gli spread, come oggi dove abbiamo raggiunto il punto più basso in due anni e mezzo".   NELLO SPECIFICO I danni economici si contano così: "Le persone a cui manca il lavoro, totalmente o parzialmente, sono 7,3 milioni, due volte la cifra di sei anni fa. Anche i poveri sono raddoppiati a 4,8 milioni". In sei anni di crisi "le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, ossia 5.037 euro in media l'anno". Dall'inizio della crisi (fine 2007) si sono persi 1 milione e 810 mila unità di lavoro equivalenti a tempo pieno. L'occupazione è rimasta ferma nella seconda metà del 2013, però ripartirà dal 2014: si arresta così "l'emorragia occupazionale" e l'anno prossimo il Csc prevede un +0,1%, per il 2015 un +0,5%.   PIL ANCORA NEGATIVO PER UN ANNO Secondo Confindustria l'andamento del Pil italiano resterà negativo a -1,8% quest'anno per poi risalire a +0,7% il prossimo e quindi attestarsi al +1,2% nel 2015. Le stime precedenti davano per il 2013 un andamento negativo dell'1,6%. Dal 2007, l'Italia ha perso più del 12% del potenziale pre-crisi, mandando in fumo oltre 200 miliardi di reddito. Ma "riforme incisive possono recuperarlo", apre il Csc. La pressione fiscale scenderà marginalmente al 43,9% nel 2014 dopo aver toccato il record nel 2013 con il 44,3% di Pil, mentre il debito pubblico è visto in crescita al 129,8% del Pil.   ARTICOLO 18 A margine della presentazione il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha commentato l'idea, che sarebbe contenuta nel piano sul lavoro del segretario Pd Matteo Renzi, di eliminare l'articolo 18 per i neoassunti: "Sicuramente è una proposta che va nella direzione giusta, anche se dal mio punto di vista non è sufficiente. Prima bisogna creare le condizioni di lavoro. Se si creano le condizioni per avere più lavoro si possono fare assunzioni, altrimenti rimane un provvedimento sulla carta".

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