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Zanonato: vedrò Marchionne per capire cosa vuole fare

SICUREZZA: ZANONATO, C'E' VOLONTA' DI DARCI POTERI FORTI

Il ministro dello Sviluppo economico, annuncia un incontro per la prossima settimana con il numero 1 della Fiat

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«Ho fatto una telefonata a Marchionne e lo vedrò, probabilmente nella prossima settimana, per una chiacchierata che mi faccia capire cosa ha intenzione di fare per l'azienda nel nostro Paese». Così il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che ha precisato: «Sono figlio di un operaio Fiat e ho frequentato le colonie estive dell'azienda. Detto questo, dobbiamo tener presente che il mercato nazionale è passato, in tre anni, da 2 milioni di nuove immatricolazioni a una previsione di poco oltre 1,3 milioni a fine anno. L'automobile è in forte difficoltà, ma resta fortemente strategica per il nostro paese». Zanonato ha poi sottolineato che le imprese italiane hanno necessità di competere ad armi pari con quelle europee e per far questo «bisogna fare in modo che le aziende italiane non siano appesantite da zaini pieni di sassi con il risultato che poi, quando devono competere, si trovano in una situazione di svantaggio». «Non puoi gareggiare se hai una zavorra, anche Bolt se dovesse correre i 100 metri con uno zaino di 30 chili si troverebbe in difficoltà» sostiene il ministro alla vigilia dell'assemblea annuale di Confindustria spiegando che le «nostre aziende quasi sempre sono svantaggiate sotto l'aspetto normativo, fiscale, del credito, del costo dell'energia. Dobbiamo invertire la rotta». Zanonato fa riferimento anche al Sistri, indigesto alle imprese. «La normativa europea prevede che vadano tracciati i rifiuti pericolosi, ma nel recepimento italiano sono stati inclusi anche quelli non pericolosi» comportando «un aggravio di costi soprattutto per le piccole e microimprese». Quanto allo strumento per semplificare il ministro però non indica la strada: «Non abbiamo ancora deciso se procederemo con un decreto». Inoltre, sulla promozione dello sviluppo, Zanonato ritiene che si possano trovare risorse recuperando incentivi che «oggi vengono spesi male», se poi «usciamo dalla procedura europea d'infrazione sul deficit possiamo pagare minori oneri sul debito liberando un pò di risorse per la crescita».

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