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Vegas: «Tregua fragile sui mercati internazionali»

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Relazione ai mercati finanziari del presidente Consob: «Rischiose le misure di austerità a scapito della crescita»

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Sui mercati finanziari internazionali, nonostante gli interventi della Bce, «la tregua è fragile». Questo l'avvertimento lanciato da Giuseppe Vegas, presidente della Consob, nella sua relazione ai mercati finanziari, in corso a Piazza Affari a Milano. «I mercati continuano a essere esposti a comportamenti 'emulativì da parte degli investitori e a fenomeni di contagio, che allontanano i corsi azionari dai valori fondamentali delle imprese. La funzione di canalizzazione del risparmio ne risulta gravemente compromessa». Il presidente della Consob sottolinea che «le prospettive dell'attività economica nell'Eurozona rimangono deboli. La fase recessiva che caratterizza i Paesi periferici mette a repentaglio il risanamento dei conti pubblici e ne amplifica la vulnerabilità a rinnovate turbolenze dei mercati». Gli ultimi avvenimenti nella politica nazionale sono «un primo segnale positivo di cambiamento – sostiene Vegas, sottolineando che «anche il clima di responsabilità condivisa, unitamente al salto generazionale e al riconoscimento del ruolo delle donne, che sono quasi miracolosamente avvenuti nel mondo della politica, rappresentano un primo segnale positivo di cambiamento». Per quanto riguarda la crisi il presidente Consob sostiene che il compito della finanza per lo sviluppo economico «non va enfatizzato, ma neppure demonizzato. Spetta ora al legislatore e alle istituzioni ripristinare, fermo il legame inscindibile tra sviluppo dell'economia e libertà economica, il nesso tra crescita e finanza». Per Vegas: «Oggi dobbiamo guardare alla parte di spread che è imputabile solo a noi stessi. Il nostro nemico non è più fuori di noi e dentro gli inafferrabili mercati, ma nelle imprese che chiudono e nel lavoro che manca». Dopo aver parlato nella relazione dello scorso anno di una 'dittatura dello spread', definito un «risentimento comprensibile», Vegas sottolinea che «recenti ricerche hanno dimostrato che la parte di incremento dello spread derivante dal contagio importato ne caratterizzava la cifra». Il presidente della Consob sottolinea che «paghiamo il prezzo di errori del passato. Dopo vent'anni di stagnazione economica e cinque di intensa crisi, ci siamo resi conto che rimedi congiunturali non sono sufficienti. Bisogna fare di più. Bisogna mettere l'economia produttiva in grado di ripartire. Il Paese, pur nelle difficoltà del presente, ha tutti i requisiti per poter partecipare da protagonista alla crescita dell'Europa», con l'economia reale che «possiede ancora caratteristiche di eccellenza». «Un'austerità senza speranza può diventare il detonatore di una crisi generalizzata»: ha continuato Vegas sottolineando i rischi di un eccessivo ricorso a misure di austerità sui conti pubblici a scapito della crescita economica. «Se la parsimonia nella spesa pubblica e il rispetto delle ragioni dei contribuenti debbono costituire la stella polare dell'azione di ogni governo -spiega Vegas- il necessario risanamento dei conti pubblici nei Paesi più indebitati dell'Eurozona non può che realizzarsi in un quadro di crescita economica. Un rilancio della crescita del Pil, continua il presidente della Consob, »costituisce la condizione indispensabile per migliorare i parametri di finanza pubblica sui quali vengono costruite le manovre«. Inoltre »il risanamento non può che avvenire attraverso un approccio più graduale rispetto a quanto ad oggi previsto dal fiscal compact».

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