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La Fondazione Mps chiude il bilancio con 193 milioni di disavanzo

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Sul conto economico pesa il dividendo non corrisposto dalla banca senese

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La Fondazione Monte dei Paschi chiude il bilancio consuntivo 2012, il diciottesimo dal conferimento della società per azioni bancaria, con un disavanzo che si attesta a 193,7 milioni di euro (nel 2011 il disavanzo era stato di 331,7 milioni). Lo rende noto un comunicato dell'ente senese, presieduto da Gabriello Mancini. che controlla la Banca. «Il difficile contesto economico-finanziario internazionale e italiano, la particolare situazione della Banca Mps e la volontà di procedere in futuro alla completa eliminazione del debito finanziario residuo» di 350 milioni (originariamente contratto per 600 milioni, per far fronte all'aumento di capitale del 2011 di BMps), hanno portato «a un'impostazione prudenziale delle linee guida elaborate per la redazione del bilancio». Dal punto di vista del conto economico, sul forte decremento dei proventi (pari a circa 12,3 milioni sul 2012) pesa soprattutto il mancato dividendo corrisposto da Banca Mps. Le svalutazioni incidono per circa 157 milioni e sono dovute essenzialmente: al titolo ibrido Fresh 2008 (81 milioni), in seguito all'ulteriore riduzione del prezzo registrata nel corso del 2012, alla partecipazione Sansedoni (72 milioni), alla luce di una prospettica valorizzazione futura della quota posseduta in un mercato immobiliare italiano particolarmente difficile. Per quanto riguarda gli oneri (pari a circa 72,4 milioni, includendo imposte e partite straordinarie) è da rilevare: il notevole peso degli interessi passivi relativi al debito finanziario per circa 27 milioni; oneri che subiranno un importante decremento già nel corso del 2013 in seguito al processo di riduzione dell'esposizione finanziaria conclusosi nel giugno del 2012, che ha visto anche la risoluzione consensuale dei contratti di total retun swap con conseguente entrata in possesso da parte della Fondazione di nominali 490 milioni del Fresh 2008; la presenza di importanti commissioni e provvigioni (circa 10,5 milioni) pagate a fronte della sopracitata ristrutturazione finanziaria e della contestuale cessione di asset effettuata per un controvalore complessivo di circa 813 milioni per il 2012. Sulla base di quanto previsto dalla normativa di riferimento tali costi sono stati inseriti all'interno della voce «oneri per consulenti e collaboratori esterni» che con le effettive consulenze presenta sul 2012 un controvalore totale pari a circa 12,8 milioni (cifra comprensiva anche di Iva, che per le Fondazioni bancarie rappresenta un costo pieno); la presenza di accantonamenti per circa 24 milioni (386 milioni nel 2011) imputabile in buona parte alla rilevazione in conto economico del valore di mercato delle coperture degli oneri finanziari del debito, effettuate nel 2011 e ristrutturate contestualmente a quest'ultimo, nel 2012; i costi di struttura, con una notevole riduzione imputabile soprattutto: ai compensi degli organi statutari (passati da 2 a 1,7 milioni) previsti in ulteriore decremento sul 2013 in seguito alle recenti riduzioni deliberate (dopo la riduzione del 20% del secondo semestre del 2012, dal 2013 è stata approvata un'ulteriore riduzione del 25%); all'importante ristrutturazione organizzativa effettuata che ha portato il costo del personale da 5,6 a 4 milioni e che porterà ulteriori effetti positivi sul 2013 dove il costo previsto è di circa 3,5 milioni (-40% circa dal dato del 2011 e -42% dal 2010). «È da rilevare - sottolinea la nota dell'ente - che la Fondazione ha dovuto sostenere, a causa dell'attuale normativa, un carico fiscale pari a 3,2 milioni di euro per ritenute e Iva, a cui aggiungere ulteriori 160 mila euro per Irap e oltre 75 mila euro per l'Imu».

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