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Confcommercio: rigorosa spending review ma no aumento Iva

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Il presidente Sangalli a Cernobbio: «Occorre reffreddare la prospettiva di un'estate fiscalmente rovente per l'acconto Imu a giugno e il debutto della Tares a luglio. Nel biennio 2013-2014 stimata una perdita netta di altre 90mila imprese nel terziario

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CERNOBBIO Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, dice no ancora una volta all'aumento dell'Iva dal 21% al 22%, e chiede invece una "rigorosa spending review" e il contrasto e recupero di evasione ed elusione. Questo il messaggio, i "suggerimenti" li chiama Sangalli, lanciati in apertura dell'annuale Forum della Confcommercio a Cernobbio. "Bisogna contrastare la recessione e mettere in campo scelte per la crescita e l'occupazione - ha detto Sangalli - questo significa avanzare sul terreno della progressiva riduzione della pressione fiscale complessiva a arico dei contribuenti in regola" attraverso la spendign review e il contrasto all'evasione. In questo modo si potrà "raffreddare la prospettiva di un'estate fiscalmente rovente, per l'acconto Imu di giugno, e a luglio per il debutto della Tares sui rifiuti e il possibile aumento dell'Iva, esiziale per una domanda interna già in caduta libera da diverso tempo". Dalle previsioni economiche di Confcommercio per l'anno in corso, lascia «stimare una perdita netta di altre 90mila imprese del terziario di mercato nel complesso del biennio 2013-2014 - ha affermato il presidente di Confcommercio - inoltre la crisi economica si sta trasformando in crisi sociale: l'area assoluta di povertà potrebbe estendersi a oltre 4 milioni di persone nell'anno in corso. È come se l'orologio produttivo della nostra economia avesse riportato indietro le lancette di quasi tredici anni». Per combattere la recessione «occorre, anzitutto, la più determinata iniziativa politica a livello europeo - incalza Sangalli - affinché l'Unione sia capace di mettere in campo scelte di ampio respiro per dare impulso alla crescita, all'occupazione, agli investimenti pubblici produttivi. In particolare significa rivedere le maglie troppo strette del patto di stabilità interno e mettere a frutto, in particolare nel Mezzogiorno, le risorse comunitarie». Sangalli ha poi sottolineato che «in occasione dell'ultimo Consiglio europeo sembrano essersi finalmente aperte, al riguardo, alcune opportunità. A partire da una possibile intesa che consenta di procedere al tempestivo pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese». Le stime più prudenti indicano «una cifra di oltre 70 miliardi di euro. Un'iniezione di liquidità imprescindibile e assolutamente vitale in una fase di persistente restrizione creditizia».

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