Cessione entro il 7 febbraio per Ti Media
.Ma a chi e per quanto ancora non è dato sapere. Il cda della controllante Telecom Italia non scioglie il nodo della cessione della società televisiva che con i costi della reta La7 è una zavorra suo conti consolidati e brucia così tanto cash da rendere necessaria a breve una ricapitalizzazione. Niente soluzioni dunque ma intenzione ribadita di arrivare in tempi brevi a delle offerte definitive e vincolanti in modo che il 7 febbraio il cda possa prendere la decisione finale e scegliere tra i fondi di private equity Clessidra ed Equinox o Urbano Cairo. L'indecisione deriva dal prezzo considerato basse rispetto alle richieste, ma che «riflettono il negativo trend economico-patrimoniale del gruppo Ti Media» spiega il cda che ha preso atto dell'avanzamento del processo di cessione e degli elementi essenziali delle offerte pervenute. I due fondi, Clessidra ed Equinox, hanno rimesso mano alla prima offerta presentata ma sarebbero ancora ben distanti da quello che il presidente esecutivo Franco Bernabé considera «non svendere». La proposta dei fondi, che sul piatto avrebbero messo circa 350 milioni di euro, riguarda sia gli asset televisivi che Telecom Italia Media Broadcasting che, con i suoi tre multiplex rappresenta il punto forte dell'affare. Per aggiudicarsi la partita Claudio Sposito e Salvatore Mancuso dovranno probabilmente rimetter mano alla loro offerta e sciogliere una serie di nodi tra cui il debito. La priorità per Telecom è quella di non svendere ma a pesare sul piatto della bilancia a favore di un'accelerazione della vendita resta il fatto che l'asset ha bisogno di trovare una sistemazione perché la tv brucia cassa e necessita di nuovi investimenti e sarebbe arrivata - secondo fonti finanziarie - vicina alla necessità di ricostituire il suo capitale. Per questo il cda darebbe preferenza all'offerta presentata da Cairo solo per La7 e il suo network che si avvicinerebbe all'obiettivo di non svendere. Il valore della sua offerta potrebbe essere solo simbolico considerando sia il debito sia gli investimenti necessari per rilanciare l'emittente televisiva ma eviterebbe a Telecom nuovi esborsi e il gruppo, secondo fonti finanziarie anche su questo farà leva la trattativa nelle prossime settimane, potrebbe addirittura fornirgli un contributo per permettere la ristrutturazione. Oltre a questo c'è la considerazione che la Cairo Communication ha un contratto fino al 2019 per la raccolta pubblicitaria che in caso di un'acquisizione da parte dei fondi potrebbe essere messo in discussione. Tutto fermo insomma ma la necessità di chiudere in fretta la vendita potrebbe far concludere il dossiere entro fine mese.