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A larghissima maggioranza, con 579 voti a favore, 58 contrari e 60 astenuti, la Plenaria del Parlamento europeo ha approvato ieri a Strasburgo un nuovo regolamento sulle agenzie di rating.

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Frale novità più importanti, il regolamento impone dei limiti precisi per mettere sotto controllo i conflitti d'interessi che in passato hanno caratterizzato l'attività delle agenzie di rating: spesso loro clienti, o detentori di quote del loro capitale, sono infatti le stesse entità (investitori, società che emettono obbligazioni e altri prodotti finanziari, etc.) che sono sottoposte ai loro giudizi. Viene anche aumentata la trasparenza dei criteri spesso opachi usati per le valutazioni del rating, e limitata la possibilità da parte delle agenzie di emettere valutazioni non richieste (non potranno essere più di tre all'anno, e con un calendario predeterminato). È esplicitamente vietato alle agenzie - sospettate in alcune occasioni di avere fomentato la speculazione - di cercare di influenzare con il rating le scelte di politica economica e finanziaria dei governi. Non è passata invece la misura più drastica inizialmente attesa: la proibizione di emettere rating sul debito sovrano dei paesi Ue sottoposti ai programmi del Fondo salva-Stati. L'Europarlamento, d'altra parte, è riuscito a tenere aperta la porta per un'altra misura importante e osteggiata dalle lobby finanziarie: la Commissione europea dovrà elaborare entro il 2016 un rapporto di fattibilità per la creazione di un'agenzia di rating pubblica europea per i debiti sovrani, per contrastare il regime di oligopolio delle tre «sorelle» anglosassoni (Standard&Poor, Moody's e Fitch) che detengono il 95% del mercato mondiale.

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