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L'Ue ammette: l'Imu si può modificare. Non il rigore

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Erada luglio 2011 che il differenziale con i Bund tedeschi non si riduceva così tanto. Ieri il ministero dell'Economia ha collocato tutti i 3,5 miliardi di Btp triennali (scadenza dicembre 2015), con tassi in forte calo, ai minimi dal marzo 2010. Il rendimento è infatti sceso all'1,85% dal 2,50% dell'asta dello scorso 13 dicembre con una domanda che è stata pari a 1,447 volte l'offerta. Sempre a proposito di mercati del debito, il vicepresidente della Commissione Ue Olli Rehn in un intervento all'European Policy Centre di Bruxelles, ha sottolineato che la riduzione del differenziale di rendimento fra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi, che «dall'autunno del 2011 si è dimezzato», consente «per ogni 100 punti base di rendimento un risparmio di 3 miliardi solo nel primo anno». «Ricordiamoci dove eravamo un anno fa - ha osservato Rehn - c'era profonda incertezza sulla Grecia, e gravi preoccupazioni su Italia e Spagna. Ora il ritorno della fiducia è stato incoraggiato da un'azione politica determinata a livello europeo e negli Stati, e sostenuta dalle decisioni della Bce sull'Omt», l'acquisto di titoli dei paesi sotto pressione. Nell'ultimo anno «l'Italia è diventato un paese più stabile» e meno esposto ai rischi del mercato, ma «è importante che rimanga nell'attuale percorso di consolidamento» dei conti pubblici perché le difficoltà dell'autunno 2011 erano «precisamente dovute al non rispetto degli impegni di politica di bilancio», ha detto ancora il Commissario Ue, «da novembre 2011 abbiamo avuto politiche più coerenti e prudenti di consolidamento e di qui rendimenti sui bond molto più bassi. Ciò faciliterà il ritorno alla ripresa economica». Secondo Rehn, «non possiamo permetterci alcuna indulgenza, non possiamo allentare la spinta alle riforme». Riferendosi alla tassa sugli immobili introdotta l'anno scorso dal governo Monti, Rehn ha sottolineato che anche se «lo scetticismo è un valore per l'Unione europea», e nella possibilità di modificare alcune delle decisioni prese non c'è «nulla di pericoloso», l'Italia deve comunque mantenere gli impegni presi, in particolare quello del «surplus primario in termini strutturali», anche per rendere «sostenibile» l'elevato debito pubblico.

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