L'agenda di Greco per le Generali
Difronte a lui la comunità finanziaria londinese, duecento tra analisti e investitori. Il capo azienda sciorina i dati e le strategie: risultato operativo superiore, a regime, ai 5 miliardi di euro, contro i 4 previsti per il 2012, con 600 milioni di taglio dei costi entro il 2015 e un Roe operativo sopra il 13%. Il tutto senza ricadute significative sull'occupazione: «Non stiamo pianificando significative riduzioni della base dei dipendenti in alcuna parte del mondo». Un indice di Solvency I di oltre il 160% entro il 2015. E tutto questo aumentando nel tempo il ritorno per gli azionisti, dividendi inclusi. Grandi speranze dunque, in fondo Londra è la patria di Dickens autore illuminato delle Great Expectations. Ma per ora le aspettative di Trieste sono deluse. Il mercato non sembra aver apprezzato: il titolo, alla chiusura delle contrattazioni, è il peggiore del Ftse Mib, in ribasso del 3,09%, a 14,10 euro, sottoperformando l'indice settoriale Ftse Italia All Share Insurance, che ha ceduto il 2,78%. Apparentemente, la «rivoluzione in disciplina» annunciata da Greco non convince. Ma lui non si scompone: «Non credo che i target del piano siano prudenti, sono target seri - sottolinea - stiamo lavorando per creare una società forte di qui a tre anni. Non guardiamo alle reazioni positive o negative di un giorno o dell'altro». L'ad assicura che le Generali, con le azioni previste dal nuovo piano strategico, avranno «una più solida e stabile posizione patrimoniale e un più elevato ritorno per gli azionisti». Forse è l'emotività legata al portafoglio a tradire la «prima» di Greco. Il capo azienda ricorda infatti che le Generali «non saranno certamente i più grandi pagatori di dividendi nei prossimi anni, ma saremo progressivi nel fare miglioramenti» su questo fronte, assicura. Non saranno tempi di grandi dividendi, ma l'idea che per avere una cedola congrua si debba aspettare, ai fondi proprio non piace. L'approccio però aggiunge Greco resta «di lungo termine nel gestire il business con un capitale e una leva finanziari» adeguati ad un rating AA. Attualmente il rating è A da S&P, «A-» da Fitch e «Baa1» da Moody's. L'ad aggiorna anche sulle cessioni in corso, Bsi e le attività di riassicurazione Vita negli Usa. Dalle cessioni di queste due più altro le Generali si attendono circa 4 miliardi.Non manca anche qualche critica alle precedenti gestioni come «la governance opaca, la mancanza di trasparenza nel processo decisionale e priorità strategiche complicate e talora anche confliggenti. La mancanza di una strategia chiara e focalizzata una struttura aziendale molto complessa hanno comportato che spesso i centri di eccellenza sono stati sviluppati, ma le competenze non venivano condivise all'interno del gruppo». La mancanza di una strategia chiara, continua Greco, «ha anche significato che le risorse venivano impiegate in iniziative e investimenti per scopi al di fuori del core business assicurativo». Infine le rassicurazioni sul personale: «Non subirà significative riduzioni in nessuna parte del mondo». Anche perché secondo quanto risulta a Il Tempo la strada sarebbe per ora un'altra: proporre ai dirigenti di alto livello contratti con il grado di funzionario scambiando una parte della remunerazione con la sicurezza del contratto a tempo indeterminato. Meno soldi, insomma, in cambio di maggiore garanzie visto che i dirigenti sono licenziabili più facilmente.Una cinquantina di loro sarebbero già stati contattati dalle settore delle risorse umane.