Banche avare con le imprese e le famiglie
Idati della Banca d'Italia mostrano un crollo dei prestiti alle società non finanziarie residenti che a novembre è stato pari al 3,4% su base annua. Si tratta del maggior calo percentuale registrato da novembre 2009. La riduzione di novembre conferma un andamento discendente che dura oramai da sette mesi: a maggio -0,4%, a giugno -1,5%, a luglio -1%, ad agosto -1,9%, a settembre -3,2%, a ottobre -2,9% sempre su base annua. La fotografia scattata da via Nazionale nella pubblicazione «principali voci dei bilanci bancari» mostra anche un dato in forte peggioramento per i prestiti al settore privato (-1,5% a novembre contro un -1% annuo a ottobre). L'aggregato settore privato include, oltre a famiglie e società non finanziarie, assicurazioni, fondi pensioni e altre istituzioni finanziarie. Segno meno a novembre anche per i prestiti alle famiglie(-0,3%) con una contrazione che si è registrata per il secondo mese consecutivo (-0,1% a ottobre). Nel novembre del 2011, in piena crisi del debito sovrano, i prestiti alle famiglie crescevano ancora del 3,9% su base annua. Dal lato della raccolta la Banca d'Italia segnala un'accelerazione della crescita dei depositi del settore privato (+6,6% a novembre da un +4,7% a ottobre) mentre rallenta la corsa delle obbligazioni bancarie (+10,6% da +11,9% in ottobre). Dal fronte dei tassi situazione pressochè invariata a novembre rispetto al mese precedente. Il tasso sui mutui casa (Taeg) è indicato al 4,05% dal 4,06% annuo di ottobre mentre i tassi sui prestiti alle piccole e medie imprese (fino a 1 milione) sono in marginale calo al 4,49% dal 4,51% annuo segnalato in ottobre. Se le imprese private sono sempre più a corto di liquidità, l'Amministrazione centrale, gli Enti previdenziali, le Regioni ed gli Enti locali, invece, continuano a ricevere il credito con grande generosità. Nell'ultimo anno (novembre 2012 su novembre 2011) la variazione di crescita è stata pari al 3,7%. In termini assoluti gli impieghi erogati dalle banche al comparto pubblico sono aumentati di 9,6 miliardi, mentre tra le società non finanziarie e le famiglie produttrici (vale a dire le imprese) la contrazione è stata del -4,4%, pari a 44,4 miliardi di euro in meno. L'amarezza del segretario della Cgia, Bortolussi, è molto forte: «Mentre le imprese private italiane avanzano dalla nostra Pubblica amministrazione tra gli 80 e i 90 miliardi di euro, le banche cosa fanno? Privilegiano l'Amministrazione centrale e le sue articolazioni locali, tralasciando le necessità e le esigenze delle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione. È utile ricordare che anche nel nostro Paese i posti di lavoro li creano le aziende private. Se non le aiutiamo, difficilmente potremo evitare un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione che per l'anno in corso è previsto all'11,8% e per l'anno venturo è stimato al 12,4%». Poi sottolinea che «lo Stato non paga i suoi fornitori, riceve sempre più soldi dalle banche e, attraverso l'aumento della pressione fiscale, nei primi 11 mesi del 2012 ha incassato quasi 14 miliardi di euro in più rispetto al 2011».