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L'Italia ora spende i suoi fondi europei

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Loha spiegato il ministro della Coesione, Fabrizio Barca sottolineando che complessivamente, tenendo conto della riduzione della dotazione del cofinanziamernto nazionale, realizzata in tre fasi e destinata al piano di coesione, la spesa ha raggiunto il 37% degli importi disponibili. Per Barca si tratta di un risultato «molto buono» e che «rafforzerà ulteriormente la nostra posizione negoziale al prossimo consiglio europeo che definirà il quadro finanziario 2014-2020». Per gli anni 2013-2015 rimangono da spendere con «interventi di qualità i restanti 31,2 miliardi». Non si tratta di un compito in discesa, ha precisato il ministro, ma «la prospettiva è migliore di quella che pensavamo sarebbe stata oggi quando abbiamo iniziato». Il percorso dei prossimi tre anni rappresenta quindi «una sfida perché fortissimo dovrà rimanere l'impegno anche grazie alle innovazioni di metodo introdotte. È un'opportunità perché aiuterà a contrastare il ciclo economico. A superare i target di spesa europei sono stati 51 programmi operativi su 52. L'unico per cui scatterà quindi il disimpegno automatico è il programma interregionale «attrattori culturali, naturali e turismo» che perde 33,3 milioni.

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