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La multinazionale dei call center

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Sonoquesti gli effetti concreti della proposta di teleperformance ai sindacati per chiudere la vertenza che interessa gli addetti dei call center del gruppo. Proposta che, afferma la società in una nota, consente di evitare il licenziamento di 785 dipendenti, 621 della sede di Taranto e 164 del call center di Roma, rilanciando l'azienda e mettendola in condizione di competere sul mercato. I punti qualificanti dello schema proposto da teleperformance prevedono una rimodulazione dell'orario di lavoro su 33 ore settimanali di cui 13 ore, quelle attualmente coperte dalla cig, a pianificazione variabile in base alle esigenze produttive. In tal modo la retribuzione mensile media netta salirebbe da 780 euro (659 euro senza cig) a 905 euro, per un totale annuo (comprensivo della tredicesima mensilità) di 11.131 euro contro gli attuali 9.846 euro (8.415 euro senza cig). Per i dipendenti «best performer», aggiunge il comunicato, è prevista la possibilità di arrivare a 40 ore settimanali, di cui 20 a pianificazione variabile, per una retribuzione annua media che può arrivare a 13.134 euro. Le condizioni per l'attuazione del piano proposto da Teleperformance prevedono: la riclassificazione del personale con passaggio dal terzo al secondo livello contrattuale e congelamento degli scatti di anzianità; salario di produttività per le ore a pianificazione variabile (applicazione dell'aliquota irpef agevolata al 10% anziché al 23%); conversione delle festività che cadono di domenica in giorni di ferie; recupero delle pause da videoterminale con un unico intervallo di 30 minuti non retribuiti per i turni superiori a sei ore; valutazione delle performance a fini meritocratici estesa anche al lavoro outbound. «L'eventuale accordo - sottolinea Teleperformance - rappresenterebbe una vera sfida per l'azienda, per i lavoratori e per i sindacati»

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