AirFrance nega trattative con Alitalia «Ora non abbiamo i soldi necessari»
AirFrance-Klm non ha mosso un solo dito per avviare le trattative con gli azionisti italiani di Alitalia in vista della scadenza del vincolo di lock-up, la clausola che consentiva ai soci del vettore la possibilità di cedere le loro quote dopo il possesso per tre anni. Il «lucchetto» si aprirà sabato prossimo. Ma Parigi non farà alcun passo. E per un semplice motivo, già messo in evidenza da Il Tempo ieri: in cassa non c'è un euro. La compagnia franco-olandese ha smentito le indiscrezioni di stampa che parlavano di un'accelerazione dei piani di acquisizione della compagnia italiana. Ora - ha dettoun portavoce del vettore - i mezzi sono limitati e non sono consentite operazioni. Una questione di soldi, dunque. Abbastanza evidente a chi ha avuto la lucidità di buttare un occhio sui conti della compagnia transalpina. Anche nel 2012, secondo le stime, l'utile non comparirà nel bilancio e al suo posto dovrebbe apparire una perdita di circa un miliardo di euro. Considerata un'esposizione debitoria di circa 6,7 miliardi di euro sembra difficile immaginare che Parigi abbia spazio per finanziare un'acquisizione acquistando sic et simpliciter con cash le quote in mano ai piccoli soci italiani. Più facile lo scambio di azioni, ma un'operazione del genere sarebbe più difficile da percorrere in tempi brevi in ragione del rapporto di concambio da riconoscere agli italiani. Insomma se è indubbio che l'ipotesi francese resti la più accreditata sul piatto, i tempi di realizzazione rischiano di essere lunghi. Anche perché sembra difficile che la partita possa essere chiusa prima della formazione del nuovo governo. E in ogni caso visto che si parla di valore strategico della compagnia non è difficile pensare che qualche compagnia possa entrare in gioco. Tra le ipotesi un vettore del Golfo Persico, leggi Etihad o Qatar Airlines, o anche la China Airlines. Sta di fatto che per ora, a parte le ipotesi peregrine dei giornali, resta tutto così com'è. Anche perché le indiscrezioni hanno avuto solo un effetto: destabilizzare il corso del titolo della Immsi, la holding di Colaninno, che ha in pancia il 7% del capitale di Alitalia. Ieri dopo contrattazioni che hanno portato il titolo a salire del 18% la Consob ha chiesto una smentita. Arrivata puntualmente: «Non c'è l'esistenza di trattative in corso aventi ad oggetto la cessione» della quota, e riferendosi alle indiscrezioni di stampa Immsi «ritiene che possano avere influenzato l'andamento odierno del titolo», in forte rialzo a Piazza Affari. Insomma qualcuno sulle ipotesi e sulle indiscrezioni ha fatto soldi e guadagnato. La Consob avvierà un monitoraggio sul punto. Il più saggio è stato Passera: «Parliamone a fondo, quando avremo tutti gli elementi».