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MontePaschi regina di Piazza Affari

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Il titolo sospeso più volte al rialzo chiude con un +12% a quota 0,26 euro

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Vendutoe spinto al ribasso da speculazioni mostruose, fino a far cadere il valore di un titolo a un quarto del valore di un caffè, ieri l'azione del Monte dei Paschi di Siena si è preso una delle più grandi rivincite nei suoi oltre 500 anni di storia. In un mercato incerto dopo la corsa di lunedì scorso (+3,8%) le ricoperture da parte di chi si era liberato nell'anno della crisi dei titoli bancari, insieme al calo dello spread che libera risorse patrimoniali per il credito e allontana la necessità di nuovi aumenti di capitali e alla speculazione hanno spinto come un razzo il titolo del Monte. Che è schizzato sin dai primi momenti della seduta mettendo a segno un'avanzata senza precedenti stoppata solo da diverse sospensioni al rialzo. Alla fine della giornata i titoli della banca senese si sono ritrovati con una crescita del 12,34% (a 0,26 euro), tra scambi immensi per il titolo senese per 837,9 milioni di pezzi di controvalore. Il dettaglio da non trascurare è che la lievitazione senza pari del valore è concisa con il passaggio di un gruppo di azioni pari al 7,17% del capitale. Una corsa non motivata da particolari ragioni e sulla quale ha acceso il suo faro anche la Consob che, come di consueto, ha avviato il consueto monitoraggio che scatta in casi in cui i volumi trattati superano soglie di normalità. Dal quartiere generale della banca non sono arrivati commenti. Nessuno dei top manager ha commentato o avanzato ipotesi sul perché si sia innescata una corsa di tale proporzioni nel corso delle azioni. Le cause a detta degli operatori sono le più svariate. In primis le indiscrezioni di stampa che hanno innescato la fiammata in un mercato molto volatile e che vedrebbero plausibile un possibile ingresso del Fondo strategico Italiano (il braccio finanziario della Cassa Depositi e Prestiti) nel capitale di Mps per scongiurare un eventuale arrivo nel l'azionariato del ministero del Tesoro. Altro combustibile sarebbe arrivato dal calo dello spread verso quota 270, punti. Un toccasana per il MontePaschi che con i suoi 22 miliardi di euro in titoli di stato in portafoglio deve tenere immobilizzate molte risorse per garantire la solidità patrimoniale. Icriteri stabiliti dall'Eba, l'autorità di supervisione bancaria europea, prevedono il calcolo del patrimonio di vigilanza sulla base del valore di mercato di Bot e Btp. Ora che gli spread scendono, le masse di bond governativi nel portafoglio della banca senese recuperano valore in termini di capitale, e molte risorse finanziarie possono essere sbloccate e indirizzate all'attività ordinaria evitando appunto il ricorso ai Monti bond. Se si arrivasse sotto quota 200 gli indici di patrimonio schizzerebbero verso l'alto e si potrebbero restituire i 3,9 miliardi dei Monti bond ancora peraltro da emettere. Infine il tema delle ricoperture. Nei mesi scorsi molti fondi e società finanziarie hanno venduto pesantemente allo scoperto senza cioè possedere i titoli fisicamente (alcuni parlano oltre il 4% del capitale) e ora sarebbero scattate le ricoperture per rimpinguare le casse con azioni di Siena. Superando la soglia dei 0,23 centesimi inoltre, una resistenza definita tecnica, gli acquisti sono arrivati in automatico trasformando la crescita del titolo in valanga.

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