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Il sì al Fiscal cliff accende le Borse Milano migliore d'Europa (+3,81%)

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L'accordo che alza le tasse ai più ricchi negli Usa porta fiducia nei mercati

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Èbastato che dopo lunghe trattative si arrivasse a un mini accordo tra il Parlamento e la Casa Bianca per evitare lo spettro del baratro fiscale, ovvero del Fiscal cliff, per iniettare fiducia nei mercati finanziari dell'intero pianeta. Le Borse sia asiatiche sia europee hanno brindato, lo spread tra Bund e Btp è sceso sotto quota 290 a 287 punti, e le tensioni e le paure del 2012, almeno per un giorno sono rimaste solo un brutto ricordo. Questo nonostante il sì della Camera dei Rappresentanti sia arrivato in extremis. Solo quando in Europa era notte fonda ha approvato la legge licenziata dal Senato per evitare il baratro fiscale che prevede l'aumento delle tasse per chi guadagna oltre 400 mila dollari l'anno o per le coppie che ne incassano oltre 450 mila. Il provvedimento ha rinviato inoltre di due mesi i tagli alla spesa pubblica che sarebbero scattatti in maniera indiscriminata. Il sì della Camera, dove i repubblicani detengono la maggioranza, era tutt'altro che scontato e ha tenuto il presidente Barack Obama con il fiato sospeso fino alla fine. La legge ha ottenuto 257 voti a favore e 167 contrari. I voti necessari erano 217. A votare «no» è stata una fronda di 85 repubblicani, fautori ad oltranza di un emendamento che prevedeva tagli alla spesa per 330 miliardi di dollari. L'intesa per scongiurare il Fiscal cliff «è importante ma è solo il primo passo: occorre un approccio bilanciato per ridurre il deficit. Democratici e repubblicani possono lavorare insieme» ha commentato Obama. «Firmerò una legge che aumenta le tasse sui più ricchi, il 2% degli americani, ed evita aumenti per la classe media. Ciò avrebbe rimandato l'economia in recessione con un ovvio severo impatto sulle famiglie americane», ha affermato il presidente sottolineando di aver mantenuto le promesse della campagna elettorale sulla necessità di una riforma fiscale che non favorisse i ricchi «a scapito della classe media». Un accordo che scontenta tutte le parti politiche e dunque un buon accordo. Così almeno è stato letto dai mercati europei che hanno chiuso con incrementi molto corposi. Piazza Affari ha chiuso con il miglior risultato in Europa, con il Ftse Mib a +3,81%; bene anche gli altri listini del Vecchio Continente: Londra +2,2%, Parigi +2,55%, Francoforte +2,19%; giornata molto positiva anche per Madrid (+3,43%). La pressione sullo spread è diminuita e il differenziale di rendimento si è portato sotto i 300 punti. A quota 283 punti. A salire sono state i particolar modo i bancari.

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