Italia ancora in recessione Quest'anno Pil giù dell'1%
L'economia«sarà ancora frenata dalla parte finale del programma di restrizione fiscale avviato nel 2011. La domanda interna continuerà a contrarsi, soltanto in parte compensata dal contributo positivo del commercio estero». È quanto prevede il Servizio studi e ricerche di Intesa San Paolo, che stima «nell'1,0% la contrazione media annua del pil, un andamento destinato a incidere ancora negativamente sull'occupazione». La recessione «non consentirà di raggiungere gli obiettivi fiscali nominali, ma il saldo strutturale continuerà a migliorare». In questo scenario, «un esito elettorale all'insegna della governabilità e della responsabilità è essenziale per consentire il consolidamento dei progressi sul fronte finanziario, che nel tempo porteranno a ripercussioni favorevoli sulla domanda interna e sul clima di fiducia». A livello globale, intanto, se sarà superato lo scoglio del Fiscal Cliff negli Stati Uniti, che nel breve termine rimane «il maggiore fattore di incertezza», globalmente lo scenario 2013 «manterrà grande continuità con il 2012: tassi di crescita moderati, orientamento restrittivo delle politiche fiscali e fortemente espansivo di quelle monetarie, pressioni inflazionistiche generalmente trascurabili. Nell'Eurozona, «occorrerà tempo perché i progressi nella gestione della crisi del debito avvenuti quest'anno si traducano in effettiva ripresa economica». L'orientamento delle politiche fiscali rimane restrittivo, e la trasmissione della politica monetaria è stata solo in parte ripristinata. Nel 2013 il pil registrerà ancora una modesta contrazione (-0,3%), tornando a crescere soltanto nel secondo semestre.