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Tra il 2007 e il 2011 il Pil del Sud Italia, in termini reali, ha subito una riduzione di quasi 24 miliardi di euro (-6,8%).

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Piùdi 16 mila imprese hanno cessato di esistere (0,9% del totale imprese del Sud), sebbene siano aumentate le società di capitali (+7.400 solo nell'ultimo anno). Il principale segnale positivo, spiega viale dell'Astronomia, viene dall'export, l'unica variabile che è tornata al di sopra dei valori pre-crisi: dal primo semestre 2011 al secondo semestre 2012 le esportazioni nel Mezzogiorno sono aumentate del 7%, il doppio del Centro-Nord. Il persistere della crisi è causa e effetto del forte calo degli investimenti pubblici e privati. La spesa in conto capitale si è ridotta, dal 2007 al 2011 di circa 7 miliardi di euro. Nello stesso periodo, gli Investimenti Fissi Lordi nel 2011 sono diminuiti di 8 miliardi di euro (-11,5%) e particolarmente rilevante è stata la caduta degli investimenti nelle costruzioni (- 42,5%) e nell'industria in senso stretto (- 27,8%). La quota di imprese manifatturiere che hanno investito è andata progressivamente calando, dal 37,4% nel 2008 al 23,6% nel 2011. Il calo dell'occupazione e le difficoltà economiche delle famiglie stanno determinando una vera «emorragia di capitale umano», secondo il rapporto di Confindustria. Sono sempre di più, infatti, quelli che decidono di lasciare il Mezzogiorno per andare a vivere nel Centro-Nord o all'estero ( 110 mila nel solo 2010). Peraltro i giovani con età compresa tra 15 e 24 anni che non studiano o non lavorano nel Mezzogiorno sono il 33% del totale (il 25% in Italia).

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