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Fiscal cliff, giallo sul piano di Obama

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Il presidente penserebbe ad un pacchetto «ridotto». La Casa Bianca smentisce

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Laspinosa questione del fiscal cliff è ancora lontano dall'essere risolta ma il presidente sarebbe in procinto di presentare al Congresso una nuova proposta per evitare il «precipizio fiscale». Lo riporta la Cnn aggiungendo che si tratterebbe di un piano «ridotto» e che dovrebbe includere alcuni elementi del pacchetto che lo stesso Obama aveva presentato la scorsa settimana e cioè l'estensione dei tagli fiscali per coloro che guadagnano meno di 250 mila dollari l'anno. Ma fonti della Casa Bianca smentiscono. Così il baratro si avvicina pericolosamente. Ieri infatti il segretario al Tesoro Timothy Geithner, ha reso noto in una lettera inviata ai membri del Congresso che il tetto del debito (16.394 miliardi di dollari) sarà raggiunto il 31 dicembre, lunedì prossimo, e non nel corso del 2013. Se quindi non ci sarà un accordo, il 2 gennaio il Tesoro sarà costretto ad adottare misure straordinarie per rinviare il default del Paese. L'obiettivo, quindi, è prendere tempo, con un intervento da 200 miliardi di dollari, ma Geithner ha precisato che non è possibile quantificare quanto tempo supplementare queste misure saranno in grado si assicurare. Le trattative con i repubblicani sembrano essersi incanalate su un binario morto. Prima di lasciare le Hawaii il presidente Barack Obama ha telefonato separatamente ai leader della maggioranza e della minoranza del Senato, Herry Reid e Mitch McConnell, e quelli della Camera, John Boehner e Nancy Pelosi, per tentare il riavvio della trattativa in extremis ma al momento non sembra che si siano fatti passi in avanti. Il leader della maggioranza al Senato, il democratico Harry Reid, ha detto che sarà difficile trovare un accordo entro la fine dell'anno. «Sembra» che il Congresso fallirà e che non si troverà un accordo entro la fine dell'anno, ha detto Reid. Il precipizio fiscale? «È dove ci stiamo dirigendo» ha risposto laconico. Poi ha accusato Boehner di agire «dittatorialmente» alla Camera, impedendo il voto sulla proposta democratica di rinnovare i tagli fiscali decisi dall'amministrazione Bush per coloro che guadagnano meno di 250.000 dollari, evitando l'aumento delle tasse almeno per il 98% degli americani. «Senza la partecipazione del leader repubblicano McConnell e dello Speaker Boehner, non si può decidere niente sul fiscal cliff, e finora sono restati in silenzio» ha detto. Poi ha accusato Boehner di preoccuparsi solo di mantenere il suo ruolo di speaker e lo ha preso di petto: «Metti il destino della nazione davanti al tuo destino di speaker della Camera». «Sta aspettando il 3 gennaio - ha detto Reid - per essere rieletto. Il piano B che Boehner voleva far votare dai repubblicani, che prevedeva l'aumento delle tasse per i cittadini con redditi di almeno un milione, si è rivelato una debacle, vista la bocciatura ottenuta dai suoi colleghi». A Wall Street sono in pochi a credere che un accordo conclusivo verrà raggiunto questa settimana, tant'è che ieri la piazza di New York è andata in negativo. Senza accordo e senza misure straordinarie scatterebbe la pericolosa stretta tra aumenti di tasse e tagli alle spese. La preoccupazione negli Stati Uniti è a livelli altissimi, tanto che persino la grande catena di caffè Starbucks si è mobilitata: il numero uno Howard Schultz ha chiesto ai camerieri dei 120 punti vendita dell'area di Washington di scrivere, «Come together» sui bicchieri di carta, prima di darli ai clienti.

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