La società civile deve riprendersi il «suo» potere
Ilgoverno Monti si è dimesso e si è aperta la tenzone elettorale. Il clima è incerto. Pur nel disorientamento e nella preoccupazione della grave crisi che incombe, la gente sta prendendo coscienza su come orientare le proprie decisioni. La comunità è bombardata dalla pubblicità alla quale sta facendo seguito la propaganda. La prima è rivolta alla vendita la seconda al sostegno dei candidati. Pur avendo finalità differenti pubblicità e propaganda tendono a intersecarsi. Gli schieramenti convinti che il nostro sia un popolo di sprovveduti lo avvolgono nella pubblicità e nella propaganda. Il mio prodotto è più bello perché meglio confezionato. La scatola però contiene soltanto parole che demonizzano ed esaltano senza spiegare i perché. Intanto l'Europa non solo ci guarda ma cerca di intervenire per dare indirizzi di politica economica. L'economia si è fatta soppiantare dalla finanza. Nel 480 a.c. ebbe luogo la battaglia di Salamina tra la Persia e la Grecia. La prima era tecnologicamente più forte. Aveva un capo assoluto il Re Serse, e i sudditi erano praticamente i suoi schiavi. Nella polis greca i cittadini partecipavano alla vita pubblica avevano voce in capitolo e non erano governati da un dittatore assolutista. La guerra fu vinta dai greci che a differenza dei nemici guidati e sottoposti ad un pugno feroce, avevano tutti la motivazione interiore di salvare la propria patria. É la riprova che la democrazia è migliore dell'oppressione. Dopo la ormai dimenticata parentesi fascista, la cui ideologia nacque in epoca lontana e diversa dal modo attuale di pensare, il nostro paese è passato attraverso fasi di democrazia, reale sicuramente, ma imperfetta. Siamo arrivati ai vertici della economia mondiale così come siamo a vertici di un debito pubblico. Nostra palla al piede. Si parla di crescita ma cosa si intende per crescita? É l'economia che parte dal cuore prima che dalle regole che non la devono schiavizzare. La società civile si deve pacificamente ribellare per riprendersi il potere da tanto tempo in mano a chi è interessato ai propri privilegi.