Telecom avvia lo scorporo della rete
Inprimo luogo dopo il giro di illazioni sullo scorporo della rete dalla società guidata da Bernabè, ieri è arrivato il via libera ufficiale alle trattative per gestire la cessione dell'infrastruttura a una società creata ad hoc epartecipata non solo da Telecom ma anche da altri soci. Il primo dei quali sarà la Cassa Depositi e Prestiti con la quale i manager Telecom da oggi cominceranno i colloqui esplorativi. Ieri il cda ha, infatti, dato mandato ai manager di verificare le condizioni per un'eventuale partecipazione della Cdp al capitale di una società da costituire per la gestione della rete d'accesso. Un passo epocale per il gruppo telefonico che per molto tempo ha rinviato la sostituzione della rete in rame con le nuove tecnologie di trasmissione per la banda larga. L'apertura alla newco partecipata dallo Stato, per la via indiretta della Cassa, fornirà indubbiamente i capitali necessari per la creazione della nuovo infrastruttura in fibra ottica ormai vitale per la competitività del Paese. Ieri è stata però una giornata densa di decisioni per Telecom Italia.I consiglieri di amministrazione hanno, infatti, anche valutato e bocciato la proposta del magnate delle tlc, ex patron di Wind, Naguib Sawiris, di entrare nel nucleo dei soci forti di Telecom. L'imprenditore egiziano aveva proposto di investire in Telecom attraverso un aumento di capitale a prezzi di mercato, un valore troppo basso (attorno ai 70 centesimi) per gli attuali azionisti del gruppo che hanno in carico le azioni a prezzi ben superiori (1,5 euro). La risposta è stata secca. «In merito alla manifestazione di interesse avanzata da Naguib Sawiris di investire in Telecom Italia, il consiglio di Telecom ha deciso, a seguito delle verifiche effettuate dal management, di non procedere ulteriormente». Resta ancora aperta invece la procedura per la vendita di Ti Media, la società che si occupa delle attività editoriali e che ha in pancia La7 e Mtv, e per la quale hanno presentato offerte di acquisto il gruppo di Urbano Cairo e il fondo Clessidra insieme a Equinox di Salvatore Mancuso. Più volte il presidente Franco Bernabè ha detto di non voler cedere la società a qualunque cifra. Così il cda ha dovuto prendere atto che le offerte ricevute non sono soddisfacenti, e che quindi è necessario negoziare ancora per strappare condizioni migliorative e arrivare quindi a offerte vincolanti definitive. Il consiglio ha infine preso atto dell'avvio di un programma di aggiornamento complessivo del «compliance program» del gruppo, con focus sul Codice etico e di condotta e sul modello organizzativo.