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Mercato fermo in Europa. Fiat taglia in Polonia

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Lasocietà ha indicato in una nota che la situazione «molto negativa» del mercato dell'auto «ha portato a 1.500 esuberi obbligandola ad avviare, a partire da oggi (ieri ndr) la procedura di licenziamento collettivo prevista dalla legge». L'impianto polacco esporta la maggior parte della sua produzione in europa, dove il mercato è in grave difficoltà. Fiat auto Poland ha aggiunto «di aver espresso ai sindacati la volontà di iniziare immediatamente una trattativa per trovare soluzioni compatibili per la gestione degli esuberi». La società ha spiegato di aver tenuto ieri un incontro con i sindacati per esaminare l'andamento del mercato automobilistico europeo e le conseguenti ricadute sulla sua attività. In questo ambito è emerso che la domanda di autovetture in europa è negativa, in particolare in alcuni paesi come l'Italia, verso i quali è diretta la maggior parte delle esportazioni delle vetture prodotte a Tychy. Il mercato europeo, dopo il picco di 16 milioni nel 2007, è in costante discesa, anno dopo anno, e le previsioni per il 2012 sono di un ulteriore calo tra i 12,5 e i 12,8 milioni. Proprio il segmento A, al quale appartengono le vetture prodotte a Tychy, è quello che più ne ha risentito. Anche il mercato polacco evidenzia una flessione di oltre il 20% rispetto al 2008 con conseguenti riflessi negativi sulla vendita di vetture Fiat. La società indica che «malgrado Fiat 500 continui ad essere una delle vetture più apprezzate nel suo segmento con oltre un milione di auto prodotte e che continui nello stabilimento la produzione della Lancia Ypsilon e della Ford Ka, l'andamento dei mercati e le previsioni negative per il futuro determinano forti difficoltà in Fiat auto Poland». Quest'anno la produzione non raggiungerà le 350 mila vetture, rispetto alle oltre 600 mila del 2009, e per il 2013, in base alle prospettive della domanda, viene stimata una produzione inferiore a 300 mila vetture. A causa del forte calo dei volumi produttivi l'azienda afferma quindi che «sarà necessario modificare l'organizzazione dello stabilimento, passando da tre a due turni lavorativi, e rivedere la struttura commerciale che sarà adattata allo scenario attuale».

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