Voglia di regali nonostante la recessione
Tuttavia,la voglia degli italiani di superare questo duro periodo di recessione sembra più forte dei segnali negativi che arrivano dalle cifre nude e crude. È quanto emerge dall'analisi dell'Ufficio Studi della Confcommercio illustrata ieri dal direttore della Confederazione Mariano Bella. «Siamo in clima di sfiducia - ha ammesso - che fortunatamente non si è trasformata in depressione». Sarà senza dubbio un Natale dimesso (almeno per il 94,5% degli intervistati) ma gli italiani non rinunciano a fare regali. Con un budget ridotto, magari si presterà maggiore attenzione al modo di spendere, per risparmiare un po' (in calo gli outlet mentre crescono gli acquisti in internet passati dal 13 al 28%). Ma la sensazione è che ci sia voglia di riscatto, come ha sottolineato il presidente della Confcommercio Sangalli: «Un italiano su 2 ha un atteggiamento favorevole rispetto alla voglia di fare regali e questo - ha detto - a fronte di prezzi al consumo stabili grazie al senso di responsabilità della distribuzione commerciale». L'86,3% degli intervistati ha dichiarato che farà regali. Addirittura qualcuno (il 13,2%) ha già fatto acquisti nella prima metà di novembre. Ogni italiano spenderà quest'anno per i doni da mettere sotto l'albero 164 euro. Quota in calo rispetto ai 250 euro stanziati pro capite per il Natale di due anni fa, e meno dei 181 euro delle festività 2011. In flessione anche le intenzioni di spesa (in aumento la quota di coloro che intendono destinare ai doni meno di 100 euro), mentre oltre uno su due (il 51,4%) afferma che il budget quest'anno sarà inferiore a quello dell'anno scorso. Per il 46,9% sarà invariato mentre l'1,7% riuscirà a spendere di più rispetto all'anno scorso. In ogni caso, la Confcommercio stima che mediamente ogni famiglia spenderà per i consumi il 13,2% in meno della tredicesima rispetto al 2011. La colpa, secondo l'associazione, è tutta della insostenibile pressione fiscale. Tra saldo Imu, tasse auto, canone Rai e balzelli vari le famiglie italiane sborseranno il doppio rispetto all'anno scorso. A pesare come un macigno è senza dubbio l'Imu: lo Stato incasserà da 3 a 7 miliardi di euro in più, da subito, rispetto a quanto ha stimato il ministero dell'Economia (21 miliardi di euro con le aliquote provvisorie di agosto). Confcommercio chiede al governo di restituire il maggior gettito a famiglie e imprese sia per alimentare il fondo taglia tasse che per scongiurare definitivamente l'incremento dell'Iva dal 1 luglio 2013. Secondo Sangalli si tratterebbe «di una vera operazione di federalismo fiscale». L'ipotesi minima dei tecnici di Confcommercio è che dall'Imu ci sarà un gettito di almeno 24,30 miliardi di euro che potrebbe arrivare a 28,21 miliardi. «Grilli ha detto che dal secondo semetre del 2013 si potrebbe tornare a crescere - conclude Sangalli - Ce lo auguriamo tutti, ma l'aumento dell'Iva al 22% è una doccia gelata sulla ripresa. La pressione fiscale è diventata intollerabile e ci proietta tra i primi Paesi europei. Rischiamo di superare Belgio e Svezia. Nel 2013 potremmo raggiungere il 45,8%».