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L'Ue sbarra la strada all'Unione bancaria

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L'Ecofin non decide sulla supervisione unica del credito. Tutto rinviato

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Divisioniche ancora non consentono ai 27 Paesi Ue di realizzare quello che hanno promesso a giugno, quando si diedero tempo fino a fine anno per chiarire come avrebbero messo in sicurezza il settore bancario proteggendolo dagli shock e proteggendo i cittadini dalle conseguenze. Per il ministro dell'economia Vittorio Grilli, non c'è da drammatizzare: «Lavoriamo ad un accordo» entro il consiglio Ue, «ci ritroveremo per questo la prossima settimana, vedo posizioni che stanno convergendo, ancora non abbiamo chiuso le differenze di opinione, ma vedo che per i grandi temi stiamo ovviamente facendo progressi nella giusta direzione», ha detto a margine dell'Ecofin che si è chiuso senza un accordo, ma con l'elenco delle profonde differenze che ancora esistono tra i 27. Intanto il ministro Grilli ha tracciato il bilancio dell'azione di governo per il risanamento. Giù gli spread, economia in ripresa con un export che già è risalito, obiettivi di deficit centrati per i prossimi due anni: l'Italia ha «rispettato gli impegni e i mercati hanno riacquistato fiducia», anche grazie a un'Europa che è tornata in campo a sostegno dell'euro, convincendo gli investitori. Così Grilli ha descritto la situazione «positiva» di una economia «migliorata strutturalmente» e in attesa di «un cambio di trend» già nei primi mesi del 2013. Per il ministro, il miglioramento italiano è dato dall'export «che ha ripreso quote di mercato». Una dinamica che ha portato anche commentatori internazionali a «vedere gli effetti delle manovre sulla nostra economia», perché l'export è la «cartina di tornasole di un'economia che si sta riprendendo», perché registra la competitività all'estero. Certo, non c'è ancora spazio per «manovre anticicliche», ha ammesso il ministro, convinto che una mossa simile vanificherebbe gli sforzi di credibilità fatti finora: «Dire che abbiamo cambiato idea non credo che aiuterebbe molto i nostri spread».

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