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Le attività in Libia tornano alla normalità

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Ilritorno alla normalità in Libia è praticamente cosa fatta: la produzione è ripresa a settembre e il livello raggiunto è ormai pari a 240mila barili al giorno, contro i 270mila del periodo pre-rivoluzione anti Gheddafi. Ieri è ripartita anche l'attività esplorativa onshore, vale a dire su terraferma, con la perforazione del pozzo A1-108/4 situato nel bacino di Sirte, a circa 300 chilometri a sud di Bengasi. Si tratta del primo di una serie di pozzi previsti nell'ambito del programma di perforazione onshore che continuerà nel 2013 e che segna un altro passo importante per la ripresa delle attività di Eni nel Paese. Attività che procedono bene anche in Iraq, dove l'ad Paolo Scaroni, nel corso di un incontro con vari esponenti del governo, ha fatto il punto sullo sviluppo del giacimento super giant di Zubair e «ha confermato l'impegno e la presenza della società». Notizie positive arrivano pure da Cipro. Il ministro dell'Energia Neoklis Sylikiotis ha annunciato al termine del Consiglio Ue energia che il Paese «sta discutendo per le trivellazioni» con Eni e Total, e quindi «non c'è nessuna discussione con Gazprom». L'attenzione internazionale, comunque, è tutta rivolta verso la Russia e la stessa Gazprom: il 7 dicembre è in programma la posa della prima pietra del mega-gasdotto, cui partecipa anche l'Eni per il tratto sotto il Mar Nero. Un'impresa su cui, però, pesano numerose incognite, a partire dall'atteggiamento che assumerà l'Ue.

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