Fiat deve assumere gli operai Fiom
Il giudice condanna il Lingotto: a Pomigliano ha discriminato il sindacato
IlTribunale di Roma condanna l'azienda per discriminazioni: 145 lavoratori con la tessera Fiom dovranno essere assunti. Il Lingotto non commenta, ma annuncia ricorso contro la sentenza. Si commuove il numero uno della Fiom, Maurizio Landini, che ringrazia gli iscritti degli stabilimenti Fiat perché subiscono tante discriminazioni e parla di «ferita sanata». «Finalmente una buona notizia», commenta la leader della Cgil, Susanna Camusso, mentre per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, «è come una rondine, non fa primavera». Non parla il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, perché «è una sentenza importante, che va letta prima di essere commentata», mentre per il collega Corrado Passera «è qualcosa di cui tenere conto». Gli industriali di Torino considerano la decisione del giudice «un'inaccettabile ingerenza nelle prerogative imprenditoriali» che «può contribuire ad allontanare chi è intenzionato ad investire nel Paese». La causa di Pomigliano è una delle tante che contrappongono la Fiom alla Fiat nelle aule giudiziarie, ma è diversa dalle altre proprio perché è nella fabbrica campana che è partita la guerra con Sergio Marchionne. La newco, nata proprio per tenere fuori chi non riconosce il contratto definito nel dicembre 2010, assume tutta un'altra fisionomia visto che ora la Fiom potrà entrare in fabbrica e avere quindi i suoi delegati. In tribunale arrivano le statistiche: su 2.093 assunti da Fabbrica Italia Pomigliano nessuno è iscritto alla Fiom e, in base a una simulazione statistica affidata a un professore di Birmingham, le possibilità che ciò accadesse casualmente risultano meno di una su dieci milioni. Landini ha agito per conto di tutti i 382 iscritti alla sua organizzazione (nel frattempo il numero è sceso a 207) e a questa cifra fa riferimento il giudice. L'azione antidiscriminatoria può essere promossa dai diretti discriminati e se la discriminazione è collettiva dall'ente che li rappresenta. Per questo 19 lavoratori hanno deciso di sottoscrivere individualmente la causa e hanno ottenuto 3.000 euro di risarcimento del danno. «Per l'ennesima volta la Fiat viene condannata perché sta violando le leggi e la Costituzione italiana - osserva Landini - le forze politiche, il governo e il Parlamento dovrebbero intervenire per garantire libertà sindacali e diritti negli stabilimenti e nello stesso tempo la continuità della presenza Fiat nel Paese». Per Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, «è l'affermazione di un principio democratico e di libertà. La Fiat avrebbe fatto meglio in questi due anni a occuparsi dei prodotti e della loro commercializzazione». La Uilm campana non esclude un ricorso contro la sentenza che il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo, giudica «aberrante», mentre per il numero uno dell'Ugl, Giovanni Centrella, «potrà creare problemi all'azienda». Giuseppe Farina, segretario generale Fim, sostiene che vengono discriminati gli altri sindacati. Nel mondo politico i commenti arrivano tutti dalle forze di centrosinistra. Per il responsabile economia del Pd Stefano Fassina, «la sentenza sana un vulnus, il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, parla di »un bel regalo« e il presidente di Sel, Nichi Vendola, osserva che »ancora una volta un tribunale sanziona lo stile discriminatorio della Fiat di Sergio Marchionne». L'dv invita l'azienda «a non sottrarsi ai propri doveri». Resta aperto il fronte dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese in Sicilia, dove la Dr di Massimo Di Risio sembra uscita di gioco, anche se l'azienda smentisce. Il ministero per lo Sviluppo avvierà contatti con 17 case automobilistiche di livello internazionale.