Eni chiede meno vincoli in Italia per cercare il petrolio in mare
L'affondodell'ad è sul limite delle 12 miglia per la ricerca di idrocarburi in mare, imposto nel 2010 dal governo Berlusconi dopo il disastro ambientale del Golfo del Messico e che, secondo il capo azienda Eni «doveva essere rimosso completamente». Il decreto sviluppo dell'attuale esecutivo ha confermato la distanza di sicurezza dalle coste, riaprendo la possibilità di trivellazione a meno di 12 miglia solo per le imprese che avevano già ottenuto una concessione prima del 2010. Un vincolo forte e insuperabile per tutti gli operatori energetici internazionali compresa Eni che restano tagliati fuori dal business e che di conseguenza non portano capitali e investimenti nel Paese. La reazione italiana alla marea nera è stata «assurda» e guidata «dall'emozione», ha spiegato l'ad parlando con il Ft, criticando anche l'aumento delle royalties, applicate a tutta la produzione e che penalizzano ingiustamente investimenti fatti anni fa. Scaroni insomma si propone come l'interprete della volontà delle imprese di portare sviluppo in Italia mettendo in soffitta la pletora di vincoli che spesso sono il veleno più efficace per uccidere i più motivati spiriti imprenditoriali. Un'esposizione mediatica quella dell'ad del Cane a Sei Zampe che lo conferma tra i punti di riferimento economici del panorama italiano all'estero e che fa il paio con un'iniziativa che gli ha procurato un consenso straordinario presso gli automobilisti. E cioè lo scontone di 20 centesimi sul pieno di carburante nei week end ai distributori a marca Eni. «Un successo» ha commentato Scaroni che ha annunciato che partire dal prossimo week end «estenderemo lo scontone fino al lunedì mattina alle 7». Il manager ha poi ricordato che un'iniziativa simile l'aveva lanciata Mattei nel 1960: «Era un uomo coraggioso, ha preso una decisione coraggiosa, noi proviamo ad imitarlo e abbiamo voluto dare alle famiglie italiane la possibilità di ripartire, di ripartire con Eni, di ripartire verso quella ripresa che l'Italia sicuramente avrà». Decisioni economiche dunque ma con un forte significato simbolico e politico in senso lato. In fondo l'aumento del potere d'acquisto è quello che attendono gli italiani piegati da decenni di crisi. Scaroni fa quello che la politica «popolare» dovrebbe fare a livello nazionale: rimettere i soldi in tasca alle famiglie. Chissà se Scaroni al governo utilizzerebbe le stesse strategie. Non ci sarebbe nulla di male. In fondo un suo collega McKinsey, Passera, al governo c'è già.