Dopo il rigore servono idee per la crescita
LaUE ha stabilito quale deve essere il parametro tra deficit e PIL. Il PIL, è l'indicatore del fatturato di una nazione, un po' come i ricavi per una azienda. Se questi sono inferiori alle uscite si crea un deficit, che per le norme UE non può essere superiore al 3%. Il debito, comunque vadano le cose, anche se è retaggio del passato va ripagato. Il debito, a livello consolidato va analizzato gestionalmente per verificare quali sono gli asset in contropartita. Questi possono generare reddito diretto o indiretto. Diverso il caso di debito a fronte di spese correnti che in contropartita non hanno nulla. Qui il discorso è complesso perché i cittadini componenti lo Stato devono pagare e basta. Bisogna fare molta attenzione a non deprimere l'economia spennando con tasse i contribuenti. Si bloccano consumi creando depressione. Cosa fare? Il governo dopo la messa in sicurezza dei conti deve pensare alla ripresa. Riguardo al debito una considerazione. Quello italiano pare essere per l'80% nel portafoglio dei nostri concittadini. Molti di questi, soprattutto coloro che hanno superato i 60 anni sono i maggiori risparmiatori che erano abituati a rendimenti molto maggiori rispetto a quelli attuali vicino allo zero. Perché, mutuando dalle vendite immobiliari dove si usa cedere la nuda proprietà (la casa rimane in godimento fino alla morte) lo Stato non propone che gli vengano ceduti i suoi titoli di debito concedendo in contropartita una rendita più elevata e vitalizia? Il risparmiatore godrebbe di flussi di cassa interessanti e lo Stato alla scadenza cancellerebbe il debito relativo. Ovviamente l'operazione andrà calibrata con l'utilizzo di formule attuariali che studieranno rendimenti e valenze fiscali differenti. È una piccola e sommessa idea. Ad altri verificare se ne è possibile la applicazione.