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Bolletta record per l'Italia nel 2012

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Unione Petrolifera: la fattura energetica supererà i 66 miliardi di euro

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Perapprovvigionarsi della materia prima gas e petrolio in primo luogo salirà a un livello mai toccato prima. La bolletta energetica italiana, quella che il Paese paga per approvvigionarsi all'estero, supererà quest'anno i 66 miliardi di euro (37 miliardi solo di petrolio), 4 miliardi in più del 2011, quando il peso sul Pil era già del 4,4%, il doppio rispetto ai primi anni duemila. Stavolta la colpa non sta però solo nei prezzi del barile. Rispetto allo scorso anno le quotazioni del greggio sono anzi inferiori in questa fase, ma «l'effetto dirompente» è quello del cambio, visto che l'euro ha perso rispetto allo scorso anno ben l'8,5% del suo valore. Quello sulla fattura energetica non è però il solo allarme lanciato dall'Unione Petrolifera che ieri ha presentato a Roma la sua relazione annuale. Il più grave riguarda l'industria di settore, in particolare quella della raffinazione. «A fine anno - ha denunciato il presidente dell'Unione Petrolifera, Pasquale De Vita - sarà fermo oltre il 20% della capacità produttiva». Di fronte a una crescente competizione da parte dell'industria asiatica, nient'affatto ad armi pari vista la quasi totale assenza di regole che vige in Asia, «dall'inizio della crisi nei paesi occidentali sono state chiuse raffinerie per circa 3 milioni barili al giorno (di cui 2,6 concentrati in Europa), mentre nei paesi non-Ocse nello stesso periodo ne sono entrati in esercizio 4,2 milioni barili al giorno, cui nel corso del 2012 dovrebbero aggiungersene altri 1,8 milioni». In una simile situazione, anche in Italia il ridimensionamento in atto sembra quindi «ormai irreversibile e, stando ai numeri, almeno il 20-25% della capacità attuale appare in eccesso». Anche perché agli elementi «strutturali», come li ha definiti il sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti, si aggiungono anche cause «congiunturali», come il crollo dei consumi. Negli ultimi 5 anni la domanda di prodotti petroliferi è crollata in Italia del 25%, con un calo dei carburanti del 10-12%. Un ridimensionamento grave che però non riguarda tutto il mondo. A livello globale, il petrolio rimarrà infatti per altri decenni a venire la fonte principale per il settore trasporti. « Al 2035 il greggio soddisferà ancora il 90% della domanda di mobilitä», soprattutto nei paesi emergenti, ha spiegato De Vita, sottolineando che «nonostante i progressi tecnologici, l'auspicato sviluppo delle auto elettriche non basterà a soddisfare la richiesta di mobilità dei cittadini».

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