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Assemblea Impregilo ad alta tensione

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Passano le nomine proposte da Gavio. Salini blocca le nuove regole per il cda

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Sonoi Salini, costruttori romani da una parte, e i Gavio dall'altra. Lo scontro che li oppone da mesi ieri ha registrato l'ennesima puntata al calor bianco in sede di assemblea dei soci. L'assise si è svolta in due tempi, in sede ordinaria con la nomina di tre consiglieri, già cooptati e indicati dai fondi di investimento, e in sede straordinaria con il mancato raggiungimento del quorum per la modifica della governance. Al di là dei provvedimenti in discussione, quello che contava erano i numeri in vista dell'assemblea del 12 luglio, quando si voterà sulla revoca dell'attuale Cda di Impregilo. E i numeri hanno detto questo: i fondi di investimento, che molto difficilmente voterebbero comunque contro i Gavio da sempre in buoni rapporti con Mediobanca, non appaiono più così determinanti. La votazione cruciale è stata quella sulla nomina di un nuovo consigliere, Nigel Cooper, criticata dal fondo Amber (che detiene il 5% di Impregilo) anche perché Cooper siede in quel Cda di Parmalat che ha approvato il discusso acquisto di Lactalis Usa. Amber si è astenuto e Salini ha votato contro, ma la nomina è passata con il 50,5% di favorevoli, il 42,1% di contrari e il 7% di astenuti: Gavio ha avuto la maggioranza assoluta, senza Amber, quando bastava quella relativa. Ancora meno problemi per l'ingresso di Barbara Poggiali e Alfredo Scotti, passati con il 57% abbondante di sì e il 42% di no. La chiusura dell'assise ha lasciato l'amaro in bocca ad entrambe le parti, rendendo apparentemente più impervia la strada dei Salini che mirano all'integrazione delle loro attività con il general contractor e sono pronti a chiedere l'azzeramento dell'attuale cda e a giocare la carta della candidatura di Claudio Costamagna. Il presidente di Igli (Gavio), Bruno Binasco, ha usato toni duri: «l'assemblea straordinaria, pur con il voto favorevole di oltre il 60% dei soci, non ha potuto procedere alle modifiche statutarie per il mancato raggiungimento del previsto quorum del 66%. Questo è avvenuto per l'opposizione in particolare del socio salini, che si è assunto la grave responsabilità di impedire l'introduzione di norme a tutela della rappresentanza delle minoranze e la conseguente instaurazione di una corporate governance che si collocherebbe ai vertici del sistema italiano, prevedendo l'elezione di 5 consiglieri su 15 tratti da ben tre liste di minoranza e l'introduzione delle quote rosa»

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