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Parte la guerra legale tra investitori e Facebook

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Cresceinfatti il numero di investitori che hanno avviato un'azione legale collettiva contro il gruppo di Zuckerberg appena sbarcato in Borsa. La gran parte si considera danneggiata dal fatto che l'azione del social network, lanciata a 38 dollari, abbia già perduto il 20% del suo valore. Oggetto degli strali degli investitori sono Morgan Stanley, Goldman Sachs e JPMorgan accusate di averli ingannati nell'acquisto dei titoli del social network. Nei documenti presentati i sottoscrittori lamentano la perdita di 2,5 miliardi di dollari dall'ipo di venerdì. La causa include anche Bank of America e Barclays. «La verità è che al momento dell'Ipo Facebook stava sperimentando una contrazione severa e pronunciata della crescita dei ricavi» affermano gli investitori. Le banche che hanno curato il collocamento «hanno tagliato drasticamente le stime dei profitti durante il road show e lo hanno detto solo a un ristretto numero di investitori» afferma Samuel Rudman, uno dei legali del gruppo di azionisti in un'intervista con Bloomberg. A indagare su quanto accaduto nel corso del primo giorno di quotazione anche la commissione servizi finanziari della Camera che sta «raccogliendo informazioni». Facebook ha però reagito agli attacchi: «Una causa senza merito, ci difenderemo in modo forte». Ieri il titolo ha rivisto il segno positivo con un rialzo fino al 4%, 32,5 dollari per azione, dopo due giorni da dimenticare con un ribasso complessivo del 19% a un minimo di 30,94 dollari.

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